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STORIA DEL MESSINA CALCIO
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PREFAZIONE

AC Messina, US Messinese, US Peloro, ACR Messina, FC Messina, sono tutti nomi di squadre che hanno fatto grande il calcio a Messina, chi più e chi meno ha contribuito alla grande passione per questo sport nella nostra città, sono più di cento anni che il football è la passione dei messinesi, dagli albori del secolo, quando le squadre inglesi sbarcate nel porto della città dello stretto, sfidavano i ragazzi di mr. Barrett, fino alle mitiche imprese della squadra presieduta dall’avv. Goffredo Muglia negli anni ’60 che portarono il Messina nella massima serie, gli anni bui ed il ritorno nel calcio che conta.

Uomini e squadre che hanno fatto innamorare i messinesi, hanno scritto pagine importanti per il nostro sport, ed hanno fatto conoscere la nostra città nel mondo intero.

Questo libro è dedicato a tutti coloro che con le loro imprese e le loro forze hanno contribuito in tutti questi anni a portare serenità, passione ed entusiasmo ad un popolo che più volte in
ginocchio per le varie vicende umane della guerra e dei terremoti, ha sempre saputo reagire dimostrando a se stessi ed agli altri il carattere di un popolo fiero.

CAP. I: GLI ALBORI DEL CALCIO A MESSINA

Nel 1886, in alcune città italiane attraverso dei commercianti inglesi e svizzeri, paesi nei quali esistevano gia dei campionati nazionali di football, vennero apprese le prime regole del calcio già codificate nel 1863 a Londra. Nacquero due federazioni la F.I.F. (Federazione Italiana Football) e la più potente F.I.G. (Federazione Italiana Ginnastica).

Nel 1896 si ha notizia del primo torneo svoltosi a Treviso tra tre squadre locali, una udinese e una di Ferrara, quel primissimo torneo fu vinto dall'Udinese in finale sulla S.G. Ferrara per due a zero. Si deve attendere però il 1898 per avere un campionato italiano giocato nel maggio dello stesso anno e vinto dal Genoa.
In Sicilia sin dall'inizio dell'800 si erano formate delle colonie inglesi e svizzere, che avevano impiantato, soprattutto nelle città con porti importanti, delle attività economiche redditizie. Attraverso questi uomini fu introdotto anche in Sicilia il gioco del football.

Nell'agosto del 1900 il giovane Alfredo Marangolo rientrò da un lungo soggiorno a Londra presso un college dove aveva fato amicizia con colui che sarà il fondatore dell'Anglo Palermitan, Ignazio Majo Pagano, insieme avevano acquisito le conoscenze sul gioco del football già molto in voga in Gran Bretagna. Il primo dicembre del 1900 nacque il Messina Football Club, ad opera del giovane Alfredo Marangolo e l'aiuto del reverendoanglicano Huleatt, la maggioranza dei fondatori erano inglesi, ma oltre il messinese Marangolo vi era anche il messinese Giulio Arena Ainis, presidente di questa prima squadra di calcio era l’armatore inglese Walter Becker. In questa nuova società erano presenti anche altri personaggi, il vicepresidente era lo statunitense Charles Chaughy e tra consiglieri e segretari vi erano esponenti svizzeri, inglesi e locali come Walter Oates,Horace Gooding, Way, Padgett, i messinesi Giorgianni e Lovatelli, e soci onorari quali Sanderson, gli svizzeri Guglielmo e Carlo Sarauw, George e Herbert Oates, James Eaton e il tedesco Eduard Jacob.

La prima partita disputata da una squadra di calcio messinese risale al 18 aprile 1901 quando a Palermo nel campo "Notarbartolo" di via Libertà, le due squadre siciliane si sfidarono, vinse la squadra palermitana per 3 a 2, allenatore e capitano del Messina era l’ing. Padgett ecco la formazione della prima squadra messinese: Gooding - Pappin – Padgett - Way - Caulfield - Oates W. - Arena Ainis - Vaccaro - Crisafulli - Greco -Falorsi. Arbitrò il signor Marangolo, anche se per altri egli stesso giocò in porta con il Messina. Come si può notare dalla formazione molti dei giocatori erano anche dirigenti a testimonianza del fatto che allora il calcio era un fatto di divertimento e non assolutamente agonistico e professionistico.

Il cronista del "Giornale di Sicilia" Frack Rosso il 19 aprile 1901 commentava così l'avvenimento: "il match tra Palermo e Messina ha avuto luogo ieri sul campo dell'A.P.A. Foot-Ball Club. Tutti i mille posti erano occupati prima dell'ora stabilita. I rappresentanti del Club Messina compreso il referèe e i linesmen erano 14 . Essi vestivano un elegantissimo costume in maglia bleu con calzoni bianchi, gambali di legno e berretto bleu e bianco. Non meno eleganti erano quelli del Club Palermo. Alle ore 17 il referèe Marangolo di Messina diede lo start. Nella prima mezzora di gioco i palermitani ottennero 3 punti e i peloritani 2. Il match alla fine non cambiò "

La "Gazzetta di Messina" del 19 aprile 1901 riportò: "In particolare, Marangolo giocava in porta (goal-keeper), il capitano Padgett e Pappin avevano il ruolo di "full-backs"< e Way, Huleatt e Oates quello di "halfbacks", Vaccaro, Crisafulli, Greco e Falorsi quello di "forwards", mentre Rowlett e Skinner erano le riserve. La squadra palermitana era formata da Sayers, De Garston, Milazzo, M. Pojero, R. Pojero, Blake, Olsen. Payne, Canera e da altri giocatori". La stessa "Gazzetta di Messina" del 19 aprile 1901 riportava: A Palermo "alle mura della città" erano stati affissi "grandi manifesti annunzianti il match, per cui prendono vivo interessamento i più spiccati sportsmen palermitani". La partita, il cui ricavato era destinato "ad un'opera di beneficenza" (le due società avevano decisero che l'introito andasse ai barcaioli isolani disoccupati) , veniva giocata "nel campo del Football palermitano, in via Libertà, che per l'occasione è stato limitato da uno steccato, dietro il quale potrà assistere il pubblico nei posti all'impiedi o seduti".

Nel contempo Elvaro nel Marchesino del 20-21 aprile 1901 riportava quanto segue: "il match che ebbe luogo a Palermo lo scorso giovedì, tra undici valorosi campioni dello sport di quella città e gli undici campioni del nostro Foot Ball-Club fu interessantissimo, tanto per la bravura dei contendenti quanto per il concorso di pubblico scelto che vi assisteva. La sorte arrise a quelli del Palermo che guadagnarono tre boals, mentre i nostri ne vinsero due. Non può dirsi, però, che questo risultato abbia segnato una sconfitta per i nostri; esso, invece, è stato una prova eloquentissima dei nostri bravi campioni i quali soccombettero soltanto per una boal, dando prova d'immensa resistenza e tenendo alto il vessillo del Club al quale appartengono. Ed è proprio il caso che il Marchesino se ne congratuli con loro".

La partita si disputò in 2 tempi di 30 minuti ciascuno.

Meno di un mese dopo esattamente alle ore 17 del 2 maggio 1901 si svolse a Messina nello spiazzo di San Raineri la prima partita casalinga del Messina F.C. contro il Royal Yacht Catania finita in parità per 1 a 1.

Nel luglio del 1901 giunse a Messina il console inglese Gerald Lascelles che fu subito nominato presidente del Messina F.C. i colori sociali erano bianco/blu. Tra il 1902 e il 1903 solo partite amichevoli con squadre di equipaggi che sostavano nel porto di Messina ed anche un'amichevole con il Palermo, ma nulla di rilevante. Allenatore in quegli anni era divenuto il reverendo anglicano Huleatt, tra l'altro anche giocatore nel ruolo di "Forward" attaccante.

La "rivalità" tra le due squadre siciliane, culminò nel 1904 quando a Messina nel campo di San Ranieri, le due squadre si sfidarono per l’assegnazione della coppa Whitaker, il Messina vinse per 3 a 2 e si aggiudicò il primo trofeo siciliano della storia del football. Questa la formazione che portò a casa questo prestigioso trofeo: Carter, Grioli, Vaccaro, Ferrario, Oates W., Zaccone, Oates H., Stevens, Huleatt, Brown, Skinner. In serata la vittoria veniva poi festeggiata con un banchetto offerto dal club di Messina al club di Palermo nei locali del "Caffè Nuovo". Tra i 40 partecipanti al banchetto erano presenti al posto d'onore il presidente del club di Palermo cav. Ignazio Majo e il presidente del Club di Messina cav. Lascelles, console d'Inghilterra. La riunione conviviale era scandita da "brindisi alla solidarietà dei circoli, al loro avvenire, a Palermo, a Messina, al Re d'Italia, al Re d'Inghilterra" da parte di Huleatt, Majo, Blake, Precadore, Caughy, Barret e Lascelles.

Nel 1905 le due squadre si riaffrontarono per l'assegnazione della seconda coppa Whitacker, il Messina ancora una volta vinse a Palermo, la formazione di quel Messina era così composta: Carter, Vaccaro, Cannistraci M., Oates W., Ferrario, Zaccone, Skinner, Brown, Cannistraci A., Stevens, Huleatt, quest’ultimo era anche l’allenatore. La Gazzetta di Messina del 26-27 aprile 1905 riportava quanto successe dopo la partita: "dopo gli hurrah d'uso che segnarono la fine del giuoco", la signora Majo (Bianca Zanna Majo), moglie del presidente del team palermitano, "consegnò (al capitano Huleatt) la splendida coppa ai vincitori pronunziando sentite parole di congratulazione, accolte da vivi applausi". Alla partita faceva poi seguito un banchetto al quale partecipavano le due squadre: "La festa dello sport si ripetè ancora più intima e cordiale quando, verso le ore 20, i giuocatori tutti si riunirono all'Hotel Savoy (di via Cavour) per un pranzo di gala offerto dai soci del Palermo Foot-Ball Club". Allo champagne finale si aggiunsero le "belle parole" dell'avv. Giardini, del Presidente del Palermo cav. Majo, del segretario del Messina J. Giorgianni, dei capitani Morrison e Huleatt e di altri che inneggiavano "alla prosperità ed all'incremento sempre maggiore dei due clubs". "Noi vivamente ci congratuliamo coi nostri giovani e forti giuocatori, che la coppa annuale di campionato sia ancora questa volta nella nostra città per quanto il valore degli avversari palermitani avessero potuto far temere il contrario".

L'anno successivo (1906) a Messina la coppa Whitacker fu assegnata ai peloritani grazie alla vittoria sul Palermo per 2 a 1, ecco la formazione che portò sulle rive dello stretto per la terza volta il prestigioso trofeo: Carter, Vaccaro, Cannistraci M.. De Fourny, Vaccaro, Zaccone, Skinner, Brown, Cannistraci A., Ciaccio, Huleatt Questi giocatori erano per lo più studenti universitari aderenti alla Corda Frates. Il corrispondente Arena Capizzi del Giornale di Sicilia scriveva il 27-28 marzo 1906: " Ieri, nel pomeriggio, ha avuto luogo sui prati di San Raineri il match di football fra il Palermo Fbc e il Messina Fbc. La lotta fu subito aspra e accanita e fu vinta 2-1 dai baldi campioni messinesi. Questi incontri si caricano d'agonismo, diventano derbies, partite cioè che esaltano oltre misura chi sta dentro e chi si trova ai bordi del campo".

Nello stesso anno si comprese che occorreva costituire una società calcistica più evoluta anche con l’appoggio delle realtà economiche dell’epoca, con l’aiuto del pastore anglicano Huleatt e del messinese Ferrario, alcune aziende quali la Sanderson e la Oates diedero vita la primo serio sodalizio calcistico della città. Nel 1906 nascono a Messina anche altre società calcistiche tra cui l'U.S. Peloro, S.S. Zancle, F.C. Trinacria, S.S. Umberto I e il FERT di Pistunina. Nel 1907 il Messina F.C. gioca prevalentemente partite amichevoli con squadre di marinai inglesi delle navi di passaggio. Non si disputò la quarta edizione della coppa Whitaker a causa del maltempo prima e successivamente per il mancato accordo sull'arbitro da parte delle due società.

Il 15 febbraio 1908 si svolse a Messina la quarta edizione della coppa Whitacker vinta questa volta dal Palermo con il risultato netto di 3 a 0, ma i messinesi si rifecero battendo i palermitani il 20 dicembre del 1908 per tre a zero. Il terremoto del 28 dicembre 1908 spazzò via il calcio a Messina e ben otto giocatori rimasero vittime del terribile sisma, tra i quali ricordiamo Walter Oates, il portiere Frank Carter e soprattutto il reverendo Charles Bousfield Huleatt tra i fondatori del Messina F.C..

Dopo il terremoto del 1908 che distrusse Messina, alcuni atleti si erano trasferiti a Catania per rinforzare la squadra dell’ U.S. Catanese, ma alcuni di essi alla fine preferirono tornare in città richiamando all’opera il vecchio presidente Barrett che con fondi propri rifondò il Messina F.C., grazie anche all’apporto di giocatori provenienti da Venezia, Gorizia e Trieste che si trovavano in città per svolgere il servizio militare.

Nel 1910 ultima apparizione del Messina F.C. nel torneo organizzato per il cinquantenario dell'impresa dei mille, alla seconda coppa Lipton organizzata a Palermo parteciparono, oltre la squadra di casa, anche il Naples e la Lazio. Il Messina ben figurò nonostante la giovanissima età di alcuni giocatori, il centravanti Barone aveva addirittura solo 14 anni, e fu eliminato dal fortissimo Palermo e dal Naples. Esauriti i fondi di Mister Barret, il Messina F.C. fu sciolto, sempre nel 1910 venne fondata la S.S. Ardor assorbita dalla ricostituita S.S. Umberto I a sua volta assorbita dalla Società Ginnastica "Garibaldi" Messina, alcuni giocatori del disciolto Messina F.C. confluirono nella nuova società, capitano e organizzatore della nuova realtà calcistica messinese era Nazzareno Allegra, cambiarono anche i colori sociali, la nuova maglia era di colore rosso. Dal 1911 al 1912 solo amichevoli e la disputa della quarta edizione della Coppa Lipton persa in semifinale con il Palermo per 3 a 1. Nel 1913 vittoria a Catania della coppa Agordad, nello stesso anno a Messina si disputa con alcune squadre locali la coppa Restuccia, la SG Garibaldi
si impose su Avanti Savoia, Audace, Aurora e Mazzini. All'inizio della prima guerra mondiale la SG "Garibaldi" si sciolse, durante la guerra il 22 ottobre 1915 muore l'ex giocatore della Garibaldi Enzo Geraci decorato con la medaglia d'oro a lui verrà intitolato il campo della "Cittadella" nel quale giocheranno le squadre messinesi dal 1923 al 1932. Dopo la prima guerra mondiale (periodo nel quale il calcio fu sospeso), nel settembre del 1919 fa la comparsa la squadra messinese dell'Avanti Savoia assorbita poi nel novembre del 1919 dall'U.S. Messinese fondata da Vento e Salvato, ancora una volta il capitano di quella squadra fu il Cav. Nazzareno Allegra, prima uscita dell’US Messinese contro l’Aurora Giostra e vittoria della Messinese per dodici a zero, curiosa la storia dei colori sociali di questa nuova squadra, al Cav. Allegra vennero donate dalla Difesa Marittima dodici maglie bianche da marinaio alle quali vennero applicate colletto nero e scudetto della città, ecco la nascita della prima maglia “biancoscudata”. Nel 1920 fu organizzata la Coppa Federale un vero e proprio campionato siciliano, disputata tra le squadre siciliane di Messina, Catania, Marsala e Palermo e vinta da quest’ultima in una doppia finale disputata contro il Messina. In quell'anno venne costruito il campo di Piano Moselle di proprietà della US Messinese, essendo indisponibile per questioni militari l'"Enzo Geraci" di San Ranieri e il campo di Camaro Inferiore. Il nuovo campo nacque anche per l’impegno del presidente Vento e del suo vice Salvato ex portiere della S.G. Garibaldi, Nel gennaio del 1920 avvenne l’inaugurazione del nuovo impianto sportivo con la vittoria per 6 a 0 contro l’Ausonia di Reggio Calabria, arbitro il signor Skinner ex giocatore del Messina F.C.. Solo amichevoli nel 1921 e la nascita in città del sodalizio tra US Messinese e Sporting Club Messina squadra nata dalle ceneri dell’Audace.

CAP. II : I PRIMI CAMPIONATI

Nel 1922 Vittorio Pozzo (futuro e grandioso CT della nazionale) propose l'istituzione di un campionato a due gironi con finale tra le vincitrici per l'assegnazione dello scudetto, le squadre escluse dai gironi dovevano disputare solo tornei locali o regionali, ma le squadre escluse si ribellarono e diedero vita ad un loro campionato il C.C.I., suddiviso in Lega Nord e Sud, quest'ultimo suddiviso in gironi regionali (Lazio, Campania, Marche, Puglia e Sicilia). Nel campionato CCI le squadre messinesi vennero inserite nella Lega Sud Sicilia finendo questo girone alle spalle del Palermo che approderà alle finali di Lega. Le squadre messinesi che parteciparono al torneo erano: US Messinese (maglia bianconera), SS Umberto I (maglia biancoceleste) e SC Messina (maglia biancoverde), la Messinese giocò nel campo di sua proprietà di Piano Moselle, le altre squadre messinesi all’Enzo Geraci. Poco prima dell’inizio del campionato il 7 febbraio 1922 si riunirono a Messina i rappresentanti delle societa sportive: Libertas Sport Club di Palermo, Messina Sporting Club, S.S.Umberto I, U.S.Messinese, in quella riunione fu trascritto quanto segue:

Riconosciuto concordemente:

che il funzionamento e l’azione della Direzione ad oggi sono stati tali da non garantire affatto il suo leale e regolare svolgimento del campionato di I^ divisione; che gli abusi, le violenze, gli arbitri, le irregolarità fin qui commesse hanno creato nei dirigenti delle società, negli affiliati ed anche nel pubblico uno stato d’animo da rendere pericolosa la continuazione del campionato predetto;

riservandosi ciascuna delle società, per proprio conto, di illustrare presso il Consiglio della Lega Sud, i motivi che li costringono a chiedere l’intervento pronto ed energico del Consiglio stesso a tutela dei diritti delle Società affiliate;

Unanimamente deliberano:

di sospendere la ulteriore partecipazione delle proprie squadre al campionato di I^ divisione ed il ritiro qualora le richieste non verranno accolte;

di richiedere tramite i propri rappresentanti lo scioglimento della Direzione regionale; di richiedere al Consiglio della Lega Sud la ricostituzione della Lega Regionale conforme alle norme dello Statuto della Confederazione con persone di assoluto affidamento;

di comunicare il presente ordine del giorno alle società siciliane affiliate alla confederazione.

Firmato: Abele Cannistraci, Giuseppe Volo, Mongiovì Salvatore, Antonio Gubiotti, Giovanni Vento.

Dopo una riunione della Direzione regionale e messe in chiaro le cose, la minaccia del blocco del campionato rientrò.

Nell'ottobre del 1922 US Messinese e l'Umberto I si fusero insieme dando vita all' US Messinese Umberto I nel novembre del 1922 dall'unione del US Messinese Umberto I e Messina Sporting Club nasce il Messina Football Club (maglia bianconera) che giocherà nel campo della Cittadella "Enzo Geraci", presidente del rinato FC Messina fu Augusto Salvato ex portiere della SG Garibaldi. Nel 1923 si riebbe l'unificazione tra FIGC e CCI, con l'assegnazione di un unico scudetto, una sola squadra messinese partecipò al torneo contro la Libertas Palermo ed il Palermo, nella prima fase finirono tutte e tre a pari punti, mentre nella fase di spareggio il Messina finì dietro la Libertas Palermo, perdendo per uno a zero sul neutro di Napoli, la Libertas ebbe così accesso alle semifinali interregionali. Nel campionato 1924 il FC Messina si qualifica per la prima divisione superando, nel luglio del 1923 in un doppio confronto all’Enzo Geraci, la US Peloro, il torneo di seconda divisione, organizzato dal comitato regionale siculo della FIGC, era suddiviso in due gironi, nell’altro presero parte il Palermo ed il Termini, nel frattempo nelmese di giugno era rinata la SS Umberto I e nel mese di novembre rinasceva l’US Messinese, il torneo del 1924 si disputò solo tra il Messina ed il Palermo ancora una volta quest’ultimo prevalse in uno spareggio ed approdò alle semifinali interregionali, nel dicembre del 1924 si sciolse il FC Messina, il parco giocatori verrà assorbito dall'US Messinese appena promossa in prima divisione. Nel 1925 l'US Messinese finalmente vinse il campionato di Lega Sud Sicilia famose le due partite disputate contro il Palermo: nel primo incontro a Palermo: i carabinieri fermarono un tifoso messinese penetrato in campo, brandendo una bottiglia. Successivamente questa partita fu assegnata a tavolino (2-0) alla Messinese in quanto il Palermo aveva schierato Giovanni Frangipane che non era tesserabile. Frangipane, alle Olimpiadi in Francia aveva gareggiato nell’atletica leggera e si era fermato poi a Parigi tesserandosi quale calciatore professionista per l’Union Royale St. Gillouse, ma rientrando a Palermo s’era dimenticato di chiedere lo svincolo e, convinto che nessuno se ne fosse accorto, s’era accordato per la squadra rosanero. La Messinese, ricevuta una soffiata, aveva pertanto reclamato. Nel secondo incontro a Messina: cinque minuti di sospensione già al quarto d’ora per invasione di campo, poi al ’50 nuova invasione e ferimento dei rosanero Casini e Kovary. Il Direttorio Divisioni Superiori si limitò ad applicare multe ai peloritani per circa mille lire complessive, respingendo un autentica bordata di reclami da parte palermitana. L’US Messinese approdò alle semifinali interregionali arrivando ultima. Stessa sorte nel campionato 1926, prima vittoria nel campionato siculo e poi eliminazione nel girone di semifinale interregionale.

Nel 1926 vennero riformati i campionati nazionali con le famose "carte di Viareggio". Il campionato nazionale venne suddiviso in due gironi di undici squadre, le prime tre di ciascun girone si disputavano l'assegnazione dello scudetto in un girone finale. Le altre squadre vennero suddivise in prima, seconda e terza divisione. Nella stagione 1926-27 l'US Messinese venne inserito nella seconda divisione che corrispondeva all'odierna serie C, decisione alquanto discutibile, in quanto la Lega dovendo scegliere una squadra siciliana da inserire nella nuova prima divisione scelse il Palermo che negli ultimi due anni aveva ottenuto risultati peggiori della Messinese. L’US Messinese fu inserita nel girone di seconda divisione in compagnia della Peloro e dell’Umberto I, come era prevedibile vinse il girone eliminatorio ed approdò alla fase successiva, ma non riuscì ad essere promossa in prima divisione. Stessa sorte ebbe l’anno successivo 1927-28, il facile superamento del girone eliminatorio non portò nella fase successiva alla promozione della Messinese che finì ultima dietro Salernitana, Goliarda Roma e Rosetana. Nella stagione 1928-29 la US Messinese divenne AC Messina, in seguito ad una crisi societaria, il presidente della nuova società era Augusto Salvato, la maglia della squadra era bianca con i bordi giallorossi. In seguito ad una ulteriore ristrutturazione dei campionati venne inserita in prima divisione in compagnia della Peloro. Vinse il suo girone eliminatorio, ma non riusci a passare le semifinali.

CAP III : DAI PRIMI CAMPIONATI A GIRONE UNICO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Nel 1929-30 fu istituito il primo campionato nazionale a girone unico, venne istituita la serie A e la serie B, il Messina fu inserito nel campionato di prima divisione (odierna serie C), chi vinceva il campionato approdava alla serie B, il Messina terminò il campionato al secondo posto dietro la rivale di sempre: il Palermo che approdò alla serie B. In quell’anno prese vita una nuova organizzazione societaria grazie anche all’opera dell’Avv. Gensabella, approdò in riva allo stretto l’ex nazionale Morando che sarà portiere ed allenatore di quella squadra. Altra svolta societaria nella stagione successiva 1930-31, il cav. Francesco Lombardo divenne presidente del Messina, grande organizzatore acquista due famose ali Re e Ferretti ed il famoso cervello del centrocampo Cevenini III gloria nazionale, il Messina termina il campionato al terzo posto sfiorando ancora una volta la promozione in B. Il Messina rimase in prima divisione fino al campionato 1931-32 quando sotto la guida dell’allenatore Koenig, del regista Cevenini III e con gli acquisti dei terzini Miltone e Martelli, del centromediano Borgo I, e degli attaccanti Borgo II e Mandosso, insieme ai già presenti centrocampisti Fidomanzo e Rando arrivò seconda in campionato e vinse le finali approdando alla serie B. Questa la formazione tipo schierata da Koenig: Staccione - Miltone - Bruni - La Tella - Borgo I - Fidomanzo I - Re - Cevenini III - Corallo - Borgo II - Ferretti I.

Venne costruito un nuovo stadio il "Gazzi" di Via Oreto, nel quale le squadre messinesi a tutt'oggi disputeranno i loro campionati. Lo stadio venne inaugurato nel 1932 con una partita amichevole tra Messina e Catania terminata 1 a 1 (per il Messina segnerà Celeste III). La prima partita di campionato al “Gazzi” sarà disputata il 9 ottobre 1932 contro il Modena (vittoria del Messina per 2 a 0). In quel primo campionato di serie B sono più le vicende societarie che quelle calcistiche ad essere ricordate con vari avvicendamenti ai vertici societari, che certo non fanno bene al campionato del Messina, a fine stagione termineranno al decimo posto. Nella stagione successiva 1933-34 il campionato di serie B venne suddiviso in due gironi il Messina inserito nel girone A arriva quinto sotto la guida del tecnico Orth sfiorando l’ammissione alle semifinali per l’ammissione in serie A. Nella stagione 1934-35 ancora una volta la serie B è suddivisa in due gironi il Messina arriva ottavo ultimo posto utile per essere ammessi alla nuova serie B a girone unico. Nel 1935- 36 sfiora la promozione in serie A per soli quattro punti, ottimo il rendimento in casa pessimo fuori casa dove vince solo quattro volte. La stagione 1936-37 non si ripete e a malapena giunge alle fasi di spareggio per la permaneza in B con Pro Vercelli, Venezia e Catania salvandosi a stento. Il campionato 1937-38 sanzionò la retrocessione del Messina in serie C. Si tentò l’anno successivo (1938-39) di risalire in B, ma il Messina giunse solamente terzo nel girone H della serie C. L’ultimo campionato dell’AC Messina è quello disputato nel 1939-40 girone H della serie C terminato al sesto posto. Nel 1940-41 durante la seconda guerra mondiale il Messina si iscrive al campionato di serie C, ma poi vi rinuncia, è la fine dell' AC Messina dopo dodici stagioni di attività. L’unica squadra messinese rimasta in vita in quella stagione è la Peloro che disputa il campionato di prima divisione (la quarta serie), mentre alcuni giocatori della disciolta AC Messina confluiscono nella US Messinese, questa squadra verrà assorbita dalla Peloro. Nel 1941-42 la US Peloro 1906 cambia nome e diventa US Mario Passamonte (eroe caduto nella guerra d'Africa ed ex giocatore della Peloro), presidente del nuovo sodalizio è il Prof. Carmelo Garofalo. Si tenta di far partecipare la Passamonte al campionato di serie C senza riuscirci, la scusa addotta dalla federazione e che la posizione strategica della Sicilia in seno alla guerra in corso, non permette di svolgere regolarmente il campionato, ma ci si pone una domanda perché l’autorizzazione a giocare si da al Catania ? Nella stagione 1941-42 la Passamonte parteciperà al campionato di serie C arrivando quarta, il campionato si disputa praticamente sotto i bombardamenti. Nel settembre del 1943 la fusione tra la Passamonte e le principali squadre cittadine da vita all'AC Messina. Sempre in quell’anno si tiene a Messina un torneo locale a cui partecipano nove squadre: Provinciale, Arsenalotti, Juventus Gazzi, Avanti, Piemonte, Pro Galati, Aurora, Intrepida e Lo Sardo. Vinse il Provinciale che insieme all’Arsenalotti parteciperà ad un torneo regionale. Nella stagione 1944-45 la US Peloro 1906 assorbe la Passamonte, altre squadre messinesi sono il Provinciale e l’Arsenale, si tenta di formare, senza riuscirci, una sola buona squadra messinese che partecipasse con successo al campionato misto nazionale siciliano formato da 23 squadre suddivise in 4 gironi., le squadre messinesi verranno eliminate nelle fasi iniziali, il trofeo verrà vinto dal Palermo.

CAP IV : DAL DOPO GUERRA ALL'A.C.R. MESSINA

Nel 1945 il Gazzi assorbe l'US Messinese e l'US Liberi Provinciale, in città sono presenti inoltre l’US Peloro, la SS Arsenale e l’US Passamonte, sta per nascere il nuovo campionato di serie C e le quattro squadre messinesi pongono la loro candidatura per l’ammissione, ma inaspettatamente Peloro e Passamonte vengono escluse dal direttorio regionale della FIGC presieduto dal sig. Siino, successivamente la FIGC ammetteva le due squadre. Al fine di avere nel campionato che stava per iniziare una sola e forte squadra messinese, l'US Peloro si fuse con la SS Arsenale dando luogo all'AP Messina, quest'ultima successivamente si fuse con l'US Passamonte, facendo nascere l'AS Messina. La squadra dell'AS Messina ritorna a disputare il campionato di serie C nel 1945- 46, in questo campionato si mise in evidenza anche l’altra squadra messinese del Gazzi, quest’ultima in uno spareggio soffierà il posto al Messina per l’ammissione al girone finale di promozione. A fine campionato si fa avanti l’idea di fondere insieme le due squadre per dar vita ad una squadra forte, le due squadre alla fine del campionato si fonderanno insieme dando vita all'AC Messina, ma la fusione non venne ben vista da alcuni clan presenti nelle due squadre, il clan “Sudati” del Gazzi e il clan di Oronzo Pugliese del Messina, infatti alcuni dirigenti ed anche alcuni giocatori contrari alla fusione andranno a rinforzare un'altra squadra cittadina: il Giostra. Il campionato 1946-47 darà vita ad un duello entusiasmante tra il Messina guidato dall’ex giocatore Oronzo Pugliese e il neopromosso Giostra con le vecchie bandiere del calcio messinese Caprì, Sudati, Quartarone e Montalto, il Giostra finì davanti al Messina sia in campionato sia nel girone di promozione sfiorando la promozione in serie B.

Alla fine del campionato si pose il problema di costituire un'unica grande squadra messinese, ma non fu facile, il Giostra non volle sparire senza lasciare traccia, ma il Messina pretese comunque che il suo nome resti legato alla città, si tentò di dare un nuovo nome, qualcuno propose di chiamare la nuova squadra “Peloritana”, ma si sarebbe perso il nome di Messina, alla fine la lunga trattativa ebbe una conclusione, la fusione tra le due squadre diede vita all'Associazione Calcio Riunite Messina, formula nella quale trovavano posto tutte le squadre che negli anni avevano dato lustro al calcio messinese.

CAP. V : I PRIMI ANNI DELL'A.C.R. MESSINA

Cambiò molto, Sudati sostituisce Pugliese (che andrà ad allenare nella vicina Barcellona all’Igea Virtus) e successivamente gli subentrò alla guida tecnica la stella del calcio italiano ed ex nazionale Felice Levratto, il presidente era Francesco Saja. Levratto avrà a sua disposizione i migliori elementi del Giostra e del Messina, a Bonasera, Scevola, Sudati, D’Argenio del Giostra si aggiungono i giocatori del Messina: Alessandrini, Calogero, Fiorello, Vecchina e Caltagirone, a cui si aggiungono i nuovi acquisti: Autani, Rigamonti, Moro, Corti, Gennaro, Pieraccini, Alpritti, Girone, Parini, Pierantoni e Servetto. Un'altra squadra messinese sarà la rivale dell'ACR Messina, i rossoblu dell'US Arsenale, alla cui presidenza c’era il direttore dell’Arsenale il colonnello Giorgolè, che si affida alla guida tecnica di Mazzotta e dell’allenatore Russo, l’Arsenale adottava il modulo rivoluzionario con il quale solo il grande Torino aveva il coraggio di giocare: il sistema. L’Arsenale nel campionato 1947-48 finì davanti al Messina al quarto posto, l’Igea Virtus di Pugliese addirittura terzo vincendo due volte sul Messina, l’ACR Messina solo settimo. Nella stagione 1948-49 avvenne la ristrutturazione del campionato di serie B che divenne a girone unico, mentre la serie C si strutturò su 4 gironi, una parte delle squadre di serie C dovevano essere estromesse, in città si accentuò lo scontro tra i sostenitori dell’Arsenale e quelli del Messina, ma alla fine entrambe le squadre di Messina furono inserite nel girone D del campionato di serie C. Nello stesso anno esattamente il 19 luglio 1948, per iniziativa dell'Eco dello Sport, lo stadio di Via Oreto "Gazzi" venne intitolato alla memoria dell'ufficiale di marina ed ex calciatore capitano della Peloro Giovanni Celeste caduto durante la seconda guerra mondiale, nobile esempio di sportivo ed eroe. Il Messina sfiorò la serie B arrivando al quinto posto, mentre l'Arsenale evitò la retrocessione. La stagiome 1949-50 fu quella della promozione in serie B del Messina, non si bada a spese, guidata ad inizio stagione dall'allenatore jugoslavo Balacics è sostituito dopo alcune partite da Oronzo Pugliese, arrivarono a Messina giocatori di primo piano: Zanzottera, Bassi, Calzavara, Maran, Fabbri, Della Casa, Opisso, Pietta e Vellutini, mentre i confermati furono: Avellani, Silingardi, Gennaro, Pistorino, Moro, Gazzari, Moroni, Voglino, Bertolin, Marchetto, Spadavecchia e D’Argenio, all’Arsenale approda l’ex del Messina Levratto che porterà la squadra ad un buon quinto posto, mentre i biancoscudati del Messina lottavano per il primato e alla vittoria del campionato che giunse solo dopo un doppio spareggio con il Cosenza. Questa la formazione tipo che schierava Pugliese: Vellutini - Zanzottera - Avellani - Calzavara - Maran - Gazzari - Fabbri - Della Casa - Marchetto - Bassi - Opisso. Il risultato venne però impugnato dal Cosenza per presunti casi di corruzione, la Lega retrocede il Messina e promuove il Cosenza, ma con il successivo appello alla CAF il Messina viene nuovamente promosso, ma non è finita si riunisce di nuovo la CAF, in un articolo dell’8 settembre 1950 il Corriere della Sera così scrive: "Dopo una lunga discussione, protrattasi per oltre 7 ore, la Commissione d'appello federale, riunitasi oggi a Roma per decidere sul ricorso del Messina avverso le deliberazioni prese nei suoi riguardi dalla Lega Nazionale, ha concluso la seduta rinviando ogni decisione alla Presidenza Federale, la quale dovrà accertare se il Messina abbia o meno violato l'articolo 11 con la querela sportiva all'autorità giudiziaria contro Ernesto Ghiorsi, membro della Lega. Il Messina afferma che non la società ma un qualsiasi tifoso ha sporto querela e pertanto il sodalizio messinese non si ritiene responsabile del fatto. Dal canto suo il Cosenza, presente in veste di accusatore, sostiene che l'art. 11 non fa differenza circa la persona o l'ente da cui proviene la denuncia. Pertanto la Presidenza Federale, che si riunirà non appena sarà di ritorno dalla Svizzera il Presidente della F.I.G.C. Ing. Barassi, dovrà stabilire se il Messina è o no responsabile del fatto. Nel primo caso la violazione dell'art. 11 porterebbe alla radiazione dai ranghi della F.I.G.C. mentre nel caso di riconosciuta innocenza, la C.A.F. dovrà nuovamente riunirsi per decidere in merito.”

In attesa delle decisioni la prima partita con il Livorno venne rimandata, il Messina in seguito potè disputare il campionato di serie B, ma il suo campo venne squalificato per due giornate.

In serie B il Messina non sfigurò, nella stagione 1950-51 il Messina acquistò tre giocatori provenienti dal Milan: Zonch, Brach e Bertoli, venne ingaggiato anche un centravanti l’olandese Woogt, tra gli altri giocatori l’austriaco Engelbert “Buby” Koenig figlio dell’allenatore del Messina negli anni 30, il Messina si salvò arrivando quindicesimo, grazie anche all’allenatore Carlo Rigotti che dopo otto partite sostituì Pugliese. In serie C i rossoblù dell’Arsenale guidati da Felice Levratto retrocedettero in quarta serie.

Nel 1951-52 il Messina sfiorò la promozione in serie A, vennero ingaggiati i giocatori Dante dal Genoa, e la punta Colomban dal Milan, futuro allenatore del Messina, in difesa il portiere Vellutini, Avellani, Bettoli e Zonch erano un baluardo per qualunque attaccante avversario insieme allo stopper Calzavara ed al libero Maran, per non dimenticare le punte Koenig, Opisso e Moro ed i centrocampisti Fabbri e Bassi. Il Messina del confermato Rigotti finì al terzo posto attuando un rivoluzionario schema 4-2-4, dietro la Roma che in tutti i modi fu favorita in quel campionato e il Brescia e davanti alle superfavorite Catania e Genoa, anche se le vicissitudini societarie incisero non poco sul morale e sui risultati della squadra. La stagione 1952-53 vide il cambio dell’allenatore, Carlo Rigotti lasciò il Messina per approdare al Marzotto, in riva allo stretto giunse Rudy Hiden, dalla Sampdoria venne acquistato Mannocci (futuro grande allenatore del Messina), dal Milan Cardano e poi anche Da Prat, il Messina in quella stagione segnò una valanga di gol e giunse alla fine al quarto posto, da notare una curiosità, i primi tre cannonieri del Messina di quel campionato Mannocci 10 gol, Brach 9 gol e Colomban 6 gol diverrano tutti allenatori del Messina. Nel 1953-54 alla presidenza approdò un comitato di reggenza, in questi anni spiccano le figure dei dirigenti Melazzo e Lombardo, ma il colpo di scena si ebbe all’ottava giornata, l’allenatore Hiden lasciò il Messina per approdare al Palermo, in cambio i rosanero cedettero alla squadra peloritana i giocatori Maselli e Zamperlini, il nuovo tecnico biancoscudato Cesare Gallea si rivelò un totale disastro, il Messina rischiò la retrocessione nonostante sulla carta fosse più forte e praticamente la stessa della stagione precedente. La stagione 1954-55 il Messina cambiò tecnico, approdò sulle rive dello stretto Manlio Bacigalupo fratello del leggendario portiere del Torino ed egli stesso ex portiere, il Messina acquistò Repetti dal Lecce, Orlandi dal Prato e dal Marzotto giunsero Grisa e Remonti, mentre dal Venezia venne acquistato Viviani, il Messina giunse settimo alla fine del torneo, giocando benino e riscattando la stagione precedente La stagione 1954-55 si ricorderà a Messina come quella della crisi dirigenziale e della fine del cav. Francesco Lombardo solo contro tutti, confermò Bacigalupo alla guida tecnica, ma l’indisciplina della squadra e le gravi difficolta economiche fecero rischiare la retrocessione che venne evitata solo nelle ultime giornate, alla fine Lombardo sotto la spinta di una delle categorie commerciali che avevano la maggioranza nella società, fu costretto a dimettersi, così dopo circa mezzo secolo scomparve la figura di uno dei più importanti dirigenti calcistici messinesi. Nella stagione 1956-57 si formò una reggenza presieduta dall’Avv. Caprì, anche il comune contribuì con una sostanziosa somma di denaro, Rudy Hiden ritornò alla guida tecnica del Messina, ma i risultati furono deludenti anche in questo campionato il Messina rischiò la retrocessione finendo quattordicesima a quattro punti dal baratro, il tecnico austriaco Hiden venne sostituito nelle ultime giornate dal mediocre Fiorentini. Anche la stagione successiva 1957-58 fu disastrosa, la crisi dirigenziale arrivò al culmine, il ragioniere Giuseppe Nunnari assunse la presidenza della squadra, ma lotte interne e divisioni fecero si che il campionato venisse condotto al limite degli ultimi posti in classifica, per fortuna in quel campionato non vi furono retrocessioni il Messina giunse solo sedicesimo su diciotto squadre partecipanti, il tecnico era Fiorentini. Ormai si era davanti ad un bivio o si imboccava una nuova via o il Messina sarebbe sparito dalla scena calcistica nazionale, sommersa dai debiti che ammontavano ad oltre cento milioni.

CAP VI : L'ERA DEL PRESIDENTE GOFFREDO MUGLIA

Nella stagione 1958-59 la svolta, la crisi dirigenziale venne gestita politicamente dal sindaco di allora Trimarchi, servono trenta milioni per iscrivere la società al campionato, la squadra venne presieduta da una dirigenza straordinaria alla cui testa si pose l’avv. Goffredo Muglia, altri dirigenti l’avv. Aurelio Mazza (vice presidente), l’ing. D’Andrea, il Cap. Fusco (segretario), il prof. La Corte, il Dott. Saitta, e Pistorino, La squadra venne affidata al tecnico Bruno Arcari, arrivarono in squadra giocatori molto importanti Stucchi dal Lecco, Alicata dal Siracusa, Renosto dalla Triestina e in prestito dalla Roma l’attaccante Alberto Orlando, che a fine campionato grazie ai suoi diciassette gol giungerà alle spalle del cannonniere Vernazza del Palermo, il Messina finì decimo senza subire sconfitte interne. Il Messina scalò la classifica la stagione 1959-60 sempre sotto la guida di Arcari, giunsero a Messina il portiere Colombo e la mezzala Landoni dal Pro Vercelli, il terzino Dotti dalla Mirandolese e l’attaccante Regalia dal Cagliari, il Messina giunse ottavo anche se non condusse un campionato brillante. Sesto posto nella stagione 1960-61 e promozione sfiorata, sfumò tutto nel finale. Nella stagione 1961-62 il presidente Muglia affidò la squadra ad Umberto Mannocci ex giocatore biancoscudato, vennero acquistati dalla Juventus Eugenio Fascetti e dalla Pro Patria l’attaccante Giampiero Calloni, si mise in luce il giovane attaccante Nicola Ciccolo con 17 reti, il Messina terminò il campionato al settimo posto. L’anno successivo (1962-63) il Messina vinse il campionato di serie B approdando per la prima volta nella sua storia nella massima serie, diciassette risultati utili consecutivi e il Messina arrivò primo in campionato, alla buona squadra della stagione precedente si aggiunsero l’attaccante Brambilla dalla Jesina, l’ala Calzolari dal Lecco, il difensore Ghelfi dal Como, questa la storica formazione tipo di quella stagione: Rossi - Dotti - Stucchi - Radaelli - Ghelfi - Landri - Calzolari - Fascetti - Calloni - Canuti - Brambilla. L’inizio del campionato di serie A (1963-64) non fu tra i più fortunati, arrivarono a Messina il peruviano Benitez dal Milan, Morbello e Pagani dall’Inter, Clerici dalla Lucchese, Derlin e Morelli dal Como, nel girone d’andata il Messina non ottenne risultati soddisfacenti, solo due vittorie quattro pareggi e undici sconfitte, la squadra era ormai data per retrocessa essendo ultima in classifica con soli otto punti, ma il girone di ritorno fu miracoloso, sette vittorie, sei pareggi e solo quattro sconfitte, il Messina terminò il campionato al quattordicesimo posto e si salvò, addirittura nel girone di ritorno nella classifica parziale risulterà al quarto posto dietro gli “squadroni” dell’Inter, del Bologna e del Milan, famoso lo zero a zero di Modena che sancì la salvezza della squadra. Questa la mitica formazione tipo: Geotti - Dotti - Stucchi - Derlin - Ghelfi - Landri - Morbello - Fascetti - Morelli - Canuti – Brambilla. E non dimentichiamo i centrocampisti Pagani e Benitez. L’anno successivo Tonino Colomban sostituì Mannocci (passato alla Lazio) alla guida tecnica della squadra, lasciarono il Messina anche Dotti e Fascetti (seguirono alla Lazio Mannocci) e rientrò al Milan il peruviano Benitez, arrivarono tra i biancoscudati l’ala Bagatti dal Lecco, i portieri Baroncini dall’Empoli e Recchia dalla Lazio, i centrocampisti Benatti dalla Mirandolese e Gioia dal Pisa, il difensore Garbuglia dalla Lazio. Non fu ripetuto il miracolo della stagione precedente ed il Messina retrocedette in serie B. Da quel momento il Messina accusò una parabola discendente, disputerà solo tre campionati di serie B. La prima stagione tra i “cadetti” (1965-66) dopo la serie A, vide sulla panchina giallorossa la conferma di Tonino Colomban, ritornò a Messina Eugenio Fascetti, con lui vennero acquistati dalla Sambenedettese gli attaccanti Piccioni e Capasciutti, dal Crotone l’ala Fumagalli, dal Genoa il difensore Bagnasco e dall’Aquila il centrocampista Pesce, il Messina deluderà arrivando solo settimo, con un attacco sterile (penultimo dietro l’Alessandria) ed una difesa molto solida seconda soltanto alle promosse Lecco e Mantova. La stagione successiva 1966-67 venne riconfermato Colomban alla guida tecnica, il Messina peggiora la sua posizione in classifica finendo all’undicesimo posto. L’ultimo campionato in B nella stagione 1967-68 vide il ritorno del rientrante Umberto Mannocci sulla panchina dei biancoscudati, la stagione fu totalmente disastrosa e il Messina fu retrocesso in serie C dopo aver perso tutte le partite di spareggio. Il Messina tenterà una pronta risalita, ma conoscerà solo delusioni. La stagione 1968-69 il Messina la disputa nel girone C della serie C, Paolo Todeschini è alla guida tecnica della squadra, deludente il campionato i giallorossi finiranno solo all’ottavo posto, la stagione successiva (1969-70) ritorna Tonino Colomban il Messina si piazza settimo è l’ultimo campionato del presidente Muglia, nella stagione 1970-71 alla testa del Messina si pose il presidente Giuseppe Fusco per tanti anni vicepresidente e vero motore di quel fantastico periodo, terminò l’era Muglia dopo ben dodici stagioni e quattro soli allenatori che si alternarono sulla panchina giallorossa. Fusco confermò la sua fiducia al tecnico Colomban, ma il Messina terminò solo al settimo posto.

CAP VII : IL PERIODO BUIO

Nel campionato di serie C 1971-72 il presidente Gulletta sostituì Fusco la squadra venne affidata al tecnico Massei il Messina terminò il campionato all’ottavo posto. Nella stagione 1972-73 il Messina conobbe la prima retrocessione tra i dilettanti della serie D, dopo molti anni si vide un cambio di allenatore sulla panchina del Messina (era dalla stagione 1956-57 che ciò non avveniva) Zanotti sostituì Massei alla dodicesima giornata, ma nonostante l’ottimo girone di ritorno con 23 punti su 38 il Messina finì al diciottesimo posto. L’anno dopo (1973-74) il pronto riscatto, con alla guida il tecnico Giusto Lodi il Messina vinse il campionato di serie D davanti alla Gioiese guidata dal promettente Franco Scoglio e ritornò in serie C, questa la formazione tipo schirata in quella stagione: Nastasi - Ballariano - Lo Bosco - Tripepi - Rossi - Caligiuri - Gagliardi - Frisenda - Bertagna - Bonaretti- De Maria. Nella stagione 1974-75 approda sulla panchina giallorossa Franco Scoglio, vengono acquistati Castronovo, Hellies, Lodrini, Lorenzetti, Musa, Onor, Parolini, e Picat Re, nonostante i molti cambi di allenatore da Scoglio a Moschella, da Moschella a Remondini per ritornare un’altra volta su Scoglio, il Messina terminò il campionato al sesto posto, grazie soprattutto ai risultati ottenuti in casa. Ottimo il campionato della stagione 1975-76 alla guida tecnica Bruno Bolchi porta il Messina al quinto posto. Nella stagione 1976-77 arriva la seconda retrocessione del Messina tra i dilettanti, si alternano alla guida tecnica prima Rumignani e poi l’ex giocatore del Messina degli anni 50 Adelchi Brach, a nulla servono gli acquisti clamorosi, la squadra affonda soprattutto in casa. La presidenza della società passa da Giovanni Gulletta ad Angelo Presti. Nella stagione 1977-78 il Messina non disputò un buon campionato di serie D, il mediocre Hanset venne sostituito da Brach, alla fine della stagione terminò al sesto posto, ma vista la modifica del campionato di serie C che venne suddiviso in C1 e C2 il Messina fu ripescato e nella stagione 1978-79 disputò il primo campionato di serie C2. Da quel momento si tentò di riportare il Messina nelle serie maggiori tentando di costruire squadre competitive, ma che alla prova del campionato risultavano inconsistenti. Il presidente Angelo Presti confermò alla guida tecnica Adelchi Brach il Messina terminò quinto, solo tredicesimo nella stagione successiva (1979-80) e molte vicissitudini sulla panchina dove si alternarono tre tecnici (Ferrario, Trimarchi e De Bellis). Nella stagione 1980-81 il nuovo presidente Lamberto Sapone richiamò sulla panchina giallorossa Franco Scoglio che solo dopo otto giornate venne sostituito dal mediocre Mario Santececca, il Messina sfiorò la retrocessione finendo quindicesimo. Nella stagione 1981-82 si pongono le basi per il riscatto del Messina ottimo il sesto posto, un po meno la fretta con il quale si vollero ottenere i risultati cambiando gli allenatori senza possibilità di appello, da Ballarò si passò a Rambone che venne sostituito da Bonetti per ritornare nuovamente a Ballarò, il tutto creando squilibri e discontinuità nei risultati. Solo nella stagione 1982-83 sotto la guida del tecnico Alfredo Ballarò e del presidente Lamberto Sapone, arrivarono a Messina tra gli altri Antonio Bellopede dal Savoia e i giovani Carmelo Mancuso e Salvatore “Totò” Schillaci, il Messina vinse il campionato di C2 dopo un entusiasmante testa a testa con gli agrigentini dell’Akragas e la squadra fu promossa nella serie C1. Questa la formazione tipo di quella stagione: Rigamonti - Napoli - Pierini - Mondello F. - Colaprete - Bellopede - Virgilio - Venditelli - Schillaci - Jannucci - Mondello S. Nel 1983-84 il discusso presidente Michelangelo Alfano chiamò Spelta alla guida tecnica della squadra a cui successivamente subentrò Seghedoni, nonostante i buoni propositi di inizio stagione(classificarsi tra i primi sei e qualificarsi per la coppa Italia professionisti) e gli acquisti dalla Sambenedettese di Caccia e Silva, di Ceccarini dal Perugia e di Repetto dal Pescara, il Messina si salvò in extremis, undicesimo in campionato a soli due punti dalla “zona” retrocessione.

CAP VIII : L'ERA MASSIMINO - SCOGLIO E IL RITORNO IN SERIE B

Alla fine del campionato il Messina si trovava in brutte acque a causa dei debiti accumulati, la squadra venne affidata prima al sindaco della città, fu rilevata successivamente dall’imprenditore catanese Salvatore Massimino, che richiamò sulla panchina giallorossa il tecnico messinese Franco Scoglio. Iniziò da quel momento un periodo di rinascita del calcio in città. Franco Scoglio si ritrovò tra i giocatori dei veri e propri campioni con fame di vittoria e qualche veterano di campionati superiori in cerca di riscatto, ricordiamo Totò Schillaci, Catalano, Caccia, Napoli, Mancuso, Venditelli, Romolo Rossi, Bellopede, Orati, si creò un clima nel quale la squadra, la società, i tifosi e la stampa, erano un tutt’uno per raggiungere l’obbiettivo finale della promozione. La stagione 1984-85 non iniziò nel migliore dei modi, una sconfitta per 5 a 0 a Francavilla fece gridare all’ennesima stagione scialba, ma fu la svolta, da quel momento il Messina ottenne una serie di quattordici risultati utili consecutivi che la portò a ridosso delle prime, Catanzaro e Palermo. Fino all’ultimo il Messina tentò di vincere il campionato, ma nella parte finale della stagione alcune sfortunate sconfitte rimediate con le dirette concorrenti portarono a rimandare la festa alla stagione successiva. Nella stagione 1985-86 il Messina stravinse il campionato di serie C1 e riportò il calcio cittadino dopo 18 anni nella serie B, il periodo nero del Messina sembrò terminato, l’intera cittadinanza accompagnò la marcia trionfale della squadra verso la serie B, famosa la trasferta di Benevento con oltre tremila tifosi al seguito, nel quale il Messina vinse per uno a zero con gol di Schillaci, incrementò di un punto il vantaggio sul Barletta (portandolo a tre) a due giornate dalla fine e raggiunse la matematica promozione la domenica successiva al ”Celeste” contro il Cosenza vincendo per 3 a 2. Questa la formazione tipo che vinse il campionato, il tecnico Scoglio soprannominò i suoi giocatori “bastardi” con questo termine si volle indicare il non nobile pedigree di questi giocatori, ma l’impegno pieno e la rabbia che li accomunava: Nieri - Napoli - Cei - Venditelli - Rossi R. - Bellopede - Schillaci - Orati - Diodicibus - Catalano – Caccia. Nella stagione 1986-87 il Messina di Scoglio addirittura sfiorò la promozione in serie A, per lungo tempo si ritrovò in piena zona promozione e solo nella parte finale del campionato perdette irrimediabilmente terreno nei confronti delle dirette pretendenti alla promozione nella massima serie, due pareggi consecutivi in casa contro Catania e Pescara e la sconfitta contro la Sambenedettese segnarono il declino dei biancoscudati. Si giunse alla fine al settimo posto a soli tre punti dalla zona promozione. Anche in questa stagione rimase mitica la trasferta in massa dei tifosi giallorossi verso Modena finita poi con un pareggio. La stagione dopo (1987-88) ci si attendeva un campionato trionfale, ma il Messina disputò solo un campionato di metà classifica, sarà la stagione dell’addio di Scoglio al Messina, al suo posto verrà chiamato alla guida tecnica una promessa del calcio italiano il tecnico boemo Zdenek Zeman. La stagione 1988-89 sarà alterna tra clamorose sconfitte e vittorie esaltanti, ma Zeman non otterrà i risultati che ci si aspettava rischiando anche l’esonero. Iniziò nella stagione successiva la parabola discendente del presidente Salvatore Massimino. Nel campionato 1989-90 alcuni risultati positivi ad inizio stagione illusero la tifoseria, ma il tecnico Francesco Scorsa ottenne una serie negativa di risultati che portarono al suo esonero ed al subentro di Adriano Buffoni che salvò la squadra dalla retrocessione nello spareggio di Pescara contro il Monza. Altra stagione senza sussulti quella 1990-91 prima Materazzi che fece un ottimo inizio di campionato poi divisioni interne tra i giocatori e problemi dirigenziali (l’1 marzo 1991 la signora Maria Leone, moglie di Salvatore Massimino, estromise il marito e divenne la prima donna presidente della squadra giallorossa) crearono un clima pesante all’interno della squadra, nelle ultime cinque partite subentrano la coppia di tecnici formata dal giovane Ruisi e dalla vecchia conoscenza Tonino Colomban che portarono il Messina a metà classifica. La stagione dopo 1991-92 i figli di Massimino subentrano alla presidenza del Messina, nonostante le promesse di allestire una squadra per la serie A, chiamando anche un tecnico esperto come Colautti sostituito da Veneranda, fu un totale disastro la squadra arrivò al diciannovesimo posto e retrocedette in serie C1. L’anno (1992-93) dopo il tentativo di riscattarsi e di ritornare in serie B, il Messina si salvò a stento a Pietro Ruisi alla guida tecnica subentrarono la coppia formata da Gianni Anna e dal sempre presente Tonino Colomban, portarono il Messina al dodicesimo posto nel campionato, ma alla fine della stagione visti i debiti accumulati dalla cattiva gestione societaria e le inadempienze societarie nei confronti della COVISOC e della Lega, la FIGC cancellò incredibilmente il Messina dai campionati professionistici. Una decisione molto discutibile e a tutt’oggi ritenuta ingiusta che fece sprofondare il Messina calcio in un baratro mai conosciuto prima. Spariva dopo ben 46 stagioni la gloriosa ACR Messina relegata nel campionato di eccellenza.

CAP IX : TRA I DILETTANTI

L’incredibile cancellazione dell’ACR Messina dai campionati professionistici fu un vero e proprio trauma per i tifosi e per l’intera città. Fu comunque riconosciuto il titolo sportivo alla città e la possibilità di iscrivere una squadra nel campionato nazionale dilettanti. In estate venne fondata dal presidente La Malfa la A.S. Messina che cominciò la sua avventura nel CND con l’obbiettivo di riportare i giallorossi tra i professionisti. La stagione 1993-94 il Messina arrivò terzo nei dilettanti e lo stesso avvenne nella stagione successiva 1994-95 dopo una lotta estrema con il Catania e il Milazzo, nel 1995-96 alla presidenza dell’AS Messina subentrò Antonino Trimarchi, venne sfiorata la promozione arrivando al secondo posto dietro il Terranova. L’anno successivo (1996-97) si rivelò un disastro organizzativo e sportivo nel dicembre del 1996 Ingemi subentrò a Trimarchi alla presidenza del Messina, la squadra cambiò ben sei tecnici, con risultati disastrosi, la squadra arrivò ultima e venne retrocessa nel campionato di eccellenza. In quella stagione 1996-97 un’altra squadra messinese si era affacciata al campionato dilettantistico la Peloro del presidente Emanuele Aliotta, che grazie ad una sana ed oculata programmazione arrivò al suo esordio nel campionato al sesto posto del CND.

La Peloro riprendeva il nome della gloriosa squadra fondata nel 1906, negli anni venti vide tra le sue fila giocare Carmelo Buonocore (che poi approderà all’Ambrosiana Inter) e il grande capitano Giovanni Celeste. Nel 1945 si fuse con Arsenale e Passamonte per dar vita all’AS Messina che nella stagione 1945-46 disputerà il primo campionato di serie C del dopoguerra, l’anno dopo 1946-47 la fusione con il Gazzi diede vita all’AC Messina e successivamente nel 1947-48 la fusione con il Giostra diede vita alla gloriosa ACR Messina; la US Peloro fu il primo nucleo che portò ad una quasi unità delle squadre calcistiche messinesi nel primo dopoguerra. Nel 1994 venne ripetuta in forma limitata ciò che era avvenuto cinquant’anni prima, dalla fusione tra Villafranca e Tremestieri nacque, per opera del Cav. Antonino Crupi, la U.S. Peloro, che disputò due campionati di eccellenza, l’ultimo dei quali (stagione 1995-96) vide nel dicembre del 1995 subentrare alla presidenza della società il Rag. Emanuele Aliotta figlio del grande Giuseppe “Strunca” Aliotta giocatore della Peloro negli anni 20. Quel campionato venne vinto dopo un entusiasmante recupero di dodici punti su Giarre e Vittoria, famosa la partita vinta al “Celeste” davanti ad ottomila spettatori per 2 a 1 contro il Giarre, e il successivo spareggio vinto per 1 a 0 contro il Vittoria a Bagheria di fronte a tremila supporters, questo dimostrava quanto affamati di calcio fossero i tifosi messinesi. Allenatore di quella squadra che sarà la base del futuro FC Messina era il messinese Francesco La Rosa grande centravanti tra le altre di Reggina, Palermo e Licata che in quella stagione era succeduto a Pino Irrera e Dario Golesano.

Nella stagione 1997-98 esattamente il 17 luglio 1997, la Peloro cambiò ragione sociale diventando F.C. Messina Peloro, il presidente Aliotta affidò la squadra al tecnico Ruisi, alla sua terza esperienza sulla panchina giallorossa, il tecnico palermitano vinse il campionato davanti al Milazzo senza sconfitte in casa e perdendo solo due volte in tutta la stagione. La squadra composta in prevalenza da giocatori della Peloro (Beccaria, Berti, Manitta, Perfetti e Surace) fu puntellata all’inizio della stagione e nel corso del campionato con giocatori di sicuro valore come Adelfio, Criaco, D’Angelo, De Rosa, Guercio, La Torre, Pannitteri, Romano, Sparacio, e Zottoli. Dopo cinque anni il Messina ritornò in serie C2, tra i professionisti. Questa la formazione tipo schierata: Manitta - Beccaria - Guercio - De Rosa - Surace - Criaco - Sparacio - Berti - Pannitteri - Romano – Zottoli.

CAP X : IL RITORNO TRA I PROFESSIONISTI

Dopo cinque anni nei dilettanti nella stagione 1998-99 il Messina iniziò il campionato professionistico in sordina, quasi a metà campionato avvenne la svolta, venne sostituito il tecnico Ruisi con Stefano Cuoghi, ai già nuovi acquisti il cannoniere Torino (25 gol un vero record a fine stagione) e Del Nevo dal Gualdo, Accursi dal Locri, Marra dalla Nocerina, Corona dal Milazzo e Milana dal Fiorenzuola si aggiunsero altri acquisti che fecero fare il salto di qualità alla squadra, Bertoni dal Giulianova, l’ex laziale Corino dal Tivoli, Giovanni Rossi dall’Atletico Catania e Scaringella dal Cosenza, la squadra cominciò da questo momento ad ottenere risultati utili che la portarono a ridosso del primo posto, ebbe accesso così ai play off e solo nella finale di Lecce contro il Benevento venne sconfitta.

Nonostante la delusione di Lecce, sarà la stagione 1999-2000 quella del definitivo riscatto del Messina, esaltante il campionato dei record che portò la squadra a condurre e a stravincere il campionato di serie C2. Il direttore sportivo Nicola Salerno portò tra gli altri in riva allo stretto giocatori come il fantasista Enrico Buonocore dalla Ternana e il centrocampista Antonio Obbedio dalla Lucchese che inseriti in una formazione gia forte fecero la differenza con le altre squadre, 19 vittorie 13 pareggi e solo due sconfitte, nessuna partita persa in casa e miglior difesa del torneo (solo quattro gol subiti in casa), inoltre dall’inizio del campionato solo alla ventesima giornata il Messina subì la prima sconfitta tra l’altro a tempo scaduto. Questa la formazione tipo schierata da Cuoghi: Manitta - Accursi - Bertoni - Milana - Criaco - Marra - Rossi - Obbedio - Torino - Buonocore - Scaringella.

In serie C1 nella stagione 2000-01 il Messina cambiò tecnico, a Cuoghi (passato al Brescello in C1) subentrò Paolo Beruatto che venne sostituito dopo nove partite da Carlo Florimbi, lasciarono la squadra anche il portiere Manitta, il difensore Accursi, il centrocampista Magnani e l’attaccante Giovanni Rossi, alla rosa dei giocatori di quella squadra gia straordinaria per i risultati che aveva ottenuto nella stagione precedente, si aggiunsero i difensori Di Meglio dal Monza e Portanova dall’Avellino, i centrocampisti Bellotti dal Monza, Bevo dal Foggia, Sullo dal Pescara e Campolo dal Teramo, il portiere Cecere dal Pescara gli attaccanti Godeas dall’Udinese e Francesco Marra dal Benevento. All’inizio del campionato nessuno credeva alle potenzialità del Messina, le superfavorite per la vittoria finale erano il Catania del vulcanico Gaucci (presidente del Perugia) e ilPalermo di Sensi (presidente della Roma) che spesero cifre da categorie superiori per riportare le due squadre siciliane in serie B. Oculata invece la gestione di Aliotta & C. il tecnico Florimbi ottenne insieme alla squadra composta da giocatori di prim’ordine, una lunga serie utile di risultati che portarono il Messina, nonostante fosse solo una "matricola", a ridosso delle prime in piena zona play off e in lotta per la promozione diretta in serie B, continuità nei risultati, cinismo nell’ottenerli, tranquillità e unione nello spogliatoio furono il verbo di questa squadra. Incredibile la trasferta dei tifosi verso Avellino decisiva per le sorti del campionato e per la promozione diretta, oltre diecimila giallorossi al seguito della squadra purtroppo non bastarono per dar forza alla squadra, il Messina incredibilmente non gioca ed alla fine dopo un calcio di rigore sbagliato dal cannoniere Torino, che avrebbe dato la serie B alla città, allo scadere subì il gol della sconfitta. Occorreva ancora il prolungamento dei play off un vero e proprio mini torneo all’insegna dell’incertezza soprattutto per il tracollo psicologico subito dai giocatori nel “dopo Avellino”. La semifinale con l’Ascoli fu dura, sconfitto all’andata il Messina si ripresentò al Celeste con una vittoria ed eliminò la squadra marchigiana, in finale c’èra da incontrare la bestia nera del Messina, il Catania, che durante il campionato aveva battuto due volte i giallorossi, inoltre da ben 26 anni i catanesi non venivano sconfitti in campionato. All’andata il Messina pareggiò a Catania con un capolavoro tattico ed al Celeste addirittura riuscì a battere i rossazzurri con un rigore di Sullo, il Messina ottenne la quarta promozione in B della sua storia e per la prima volta in cento anni il doppio salto di categoria vincendo due campionati consecutivi. Il FC Messina in soli quattro anni e tre promozioni ha riportato la città dello stretto sui palcoscenici del calcio che conta. Questa la formazione tipo schierata dal tecnico Florimbi: Cecere – Portanova – Bertoni – Bellotti - Di Meglio – Di Fausto – Milana - Obbedio – Torino – Buonocore – Godeas. La stagione 2001-2002 rivide il ritorno dei giallorossi nella serie B, il calcio che conta ritorna in riva allo stretto. La campagna acquisti comincia con l’arrivo del tecnico Arrigoni dalla VIS Pesaro, vengono confermati quasi tutti i giocatori protagonisti della promozione, ritornano Accursi dal Cagliari e Manitta dal Lecce, dopo quasi 40 anni arrivano anche gli stranieri, il cileno Gutierrez in prestito dall’Udinese e a stagione iniziata il rumeno Prodan. Arrivano anche Grabbi dalla squadra inglese del Blackburn, Iannuzzi dal Milan, Coppola dalla Triestina ed una serie di giocatori che verranno successivamente “girati” ad altre squadre. L’inizio di campionato sembra indicare che il Messina arriverà ad una tranquilla salvezza, ma dopo l’infortunio di Buonocore a Reggio Calabria, le cose si mettono male. Il Messina inizia una serie negativa che la porterà in breve tempo alle soglie della retrocessione, l’esonero lampo del mediocre Arrigoni e il suo repentino ritorno non servono a dare alla squadra il ritmo giusto per ritornare ai livelli iniziali, la squadra si salva solo all’ultima giornata di campionato vincendo a Crotone.

CAP XI : L'ERA DEL PRESIDENTE FRANZA

La scampata retrocessione comporta un riassetto generale della squadra. Nel mese di giugno arriva il tecnico Stefano Cuoghi, nel mese di luglio il Messina però viene inserito, quasi a sorpresa tra le squadre che per problemi economici non possono essere iscritte al campionato, l’incubo della radiazione dai campionati professionistici sembra di nuovo materializzarsi. Il 26 luglio 2002 con un comunicato congiunto il presidente Aliotta ed il dott. Pietro Franza comunicano il cambio al vertice societario, il rampollo della famiglia degli armatori diventa il nuovo presidente del FC Messina grazie anche al versamento di 4.208.000 euro che servono al riequilibrio delle condizioni economiche della società, questo il testo del comunicato:

“Com'è noto a seguito del rapporto negativo della Co.Vi.Soc. la squadra F..C. Messina non era stata iscritta al campionato di serie B. Di tale imprevista problematica i soci ed il presidente hanno avuto contezza solo negli ultimi quindici giorni. A tale decisione è stato opposto immediato ricorso. Il gruppo Franza, che era socio dell'F.C. Messina solo al 30 %, ha immediatamente fornito, nella persona del Dott. Pietro Franza, la piena ed immediata disponibilità, nell'interesse della squadra e della città di Messina, ad intervenire in modo da poter garantire l'iscrizione al campionato. Tuttavia, appare chiaro ed evidente la necessità di un immediato intervento nella società al fine di rafforzarla nell'organizzazione e nella finanza, rafforzare la compagine sociale in modo da garantire la crescita della squadra. Senza tali interventi non è possibile raggiungere nuovi e più ambiziosi traguardi. Infatti, nell'attuale fase storica del calcio nazionale, per conseguire tali obiettivi non possono più essere sufficienti l'entusiasmo, l'abnegazione, le indubbie capacità tecniche e manageriali messe in campo negli ultimi anni dal Rag. Emanuele Aliotta, grazie al quale è stata raggiunta e consolidata la serie B. Data la complessità dell'intervento necessario per garantire la riorganizzazione ed il rafforzamento del Messina, il "Gruppo Franza” riprendendo i colloqui da tempo in corso con gli altri soci, ha dato la propria disponibilità a farsi carico di tale compito, previo subentro nella piena titolarità della società, in modo che, in assoluta intesa con Emanuele Aliotta e gli altri soci, si possa con serenità affrontare la nuova stagione calcistica. Oggi, pertanto, il "Gruppo Franza” ha eseguito la ricapitalizzazione della squadra per come richiesto dalla Co.Vi.Soc., ed ha perfezionato il passaggio di quote dal Rag. Emanuele Aliotta al Dott. Pietro Franza; il tutto è stato attuato nell'interesse della squadra e nella perfetta intesa con Emanuele Aliotta, il quale continuerà a contribuire al successo dell'F.C. Messina in un ruolo societario di prestigio. F.C. Messina Peloro s.r.l Emanuele Aliotta Pietro Franza” A fine Luglio la COVISOC da il via libera per l’iscrizione del Messina al campionato di serie B. L’intervento economico del gruppo Franza, comporta nell’immediato il riassetto generale della società dai vertici tecnici e dirigenziali. Oltre alla prima mossa che comporta il cambio al vertice societario, successivamente viene sostituito anche il tecnico Cuoghi con Oddo, vanno via anche il d.s. Salerno e il team manager La Rosa, sostituito il primo da Pavarese, la “rivoluzione” continua anche nel campo degli acquisti e delle cessioni. Arrivano dal Parma l'attaccante brasiliano Amauri, dal Napoli il centrocampista Ametrano, il difensore Belllucci dal Treviso, gli attaccanti Calaiò dal Torino e Cavalli dal Chievo riceduti poi a Gennaio, l'esperto portiere Cesaretti dal Crotone, la giovane promessa Docente dal Gela, i difensori Giacobbo e Maietta rispettivamente da Ancona e Triestina, e sempre dalla Triestina il promettente centrocampista Princivalli, i centrocampisti Vicari dalla Reggina e Silvestri dall'Avellino, infine a metà stagione avviene lo scambio tra lo "storico" portiere del Messina Manitta e Storari proveniente dal Napoli, arrivano in riva allo stretto anche due stranieri il centrocampista egiziano Said dal Bari ed il difensore ivoriano Zoro dalla Salernitana, un discorso a parte merita l'arrivo dell'attaccante Riccardo Zampagna che senza un grosso curriculum alle spalle realizzerà a fine stagione ben 18 reti diventando il degno sostituto del partente Godeas. Lasciano il Messina molti giocatori che hanno realizzato la splendida cavalcata dalle serie inferiori fino ai campionati professionistici, ricordiamo tra tutti: Accursi, Bertoni, Criaco, Di Fausto, Bellotti, Milana, Francesco e Salvatore Marra. Con queste "rivoluzioni" inizia in sordina il campionato del Messina, che però piano piano prende coraggio e comincia a giocare un calcio piacevole e spumeggiante a tratti spettacolare, risalendo la classifica il Messina da l'impressione di poter puntare alla promozione, ma esattamente dopo la partita di Vicenza il Messina perde la spinta e il gioco e piano piano una serie di risultati negativi fanno ripiombare la squadra verso il basso a pochi punti dalla zona retrocessione. A sei partite dal termine del campionato improvvisamente il tecnico Oddo lascia la guida tecnica della squadra, il presidente Franza richiama in riva allo stretto sulla panchina giallorossa l'esperto Bruno Bolchi pronto a traghettare verso una tranquilla salvezza i peloritani. Infatti negli ultimi sei incontri la squadra realizza i punti necessari per la permanenza in serie B e getta le basi per un futuro sempre più roseo. La stagione 2003-04 si aprì con l'annuncio del nuovo direttore sportivo Fabiani e del nuovo allenatore proveniente dal Martina Franca, Vincenzo Patania, siciliano dal carattere schivo ed ombroso, con la campagna di rafforzamento arrivarono in riva allo stretto, grazie all'alleanza con la Juventus, il difensore Aronica, i centrocampisti Lavecchia e Gentile,l'attaccante paraguayano Guzman ed il portiere francese Bonnefoi, il Messina acquistò anche l'attaccante Artico, i difensori Fusco e l'iraniano Rezaei, ma il vero colpo di mercato il Messina lo mise a segno acquistando il difensore palermitano, proveniente dalla Triestina, Alessandro Parisi strappandolo ad una concorrenza spietata. Vennero ceduti o dati in prestito buona parte dei giocatori della precedente stagione: Buonocore, Bellucci, Cesaretti, Docente, Di Meglio, Iannuzzi, Portanova, Silvestri e Sportillo. Durante il ritiro l'attaccante Zampagna, che aveva realizzato 18 gol, venne scambiato con l'attaccante Zaniolo proveniente dalla Ternana. Il campionato di serie B inizialmente varato a 20 squadre subì a causa di continui ricorsi al TAR del retrocesso Catania dei mutamenti continui, prima a 21 poi ancora a 20, alla fine un intervento del governo che garantì l'inizio dei campionati professionistici fece si che il campionato di serie B si svolgesse con 24 squadre con l'annullamento delle retrocessioni della stagione precedente con successivo ripescaggio di Catania, Genoa, Salernitana e della Fiorentina quest'ultima per meriti sportivi a danno del Cosenza radiato per motivi economici. Da questa inaspettata ristrutturazione dei campionati, nacque la protesta di 19 squadre di serie B che prima in Coppa Italia e poi nelle prime due giornate del campionato portarono a compimento uno sciopero, rifiutandosi di scendere in campo. Dopo varie riunioni tra i presidenti dissidenti, la FIGC e la Lega di A e B, si raggiunse un accordo attraverso il quale le promozioni dirette dalla serie B alla serie A diventarono 5, la sesta classificata doveva disputare uno spareggio con la quart'ultima del campionato di serie A, in caso di sconfitta la sesta di serie B incassava ben cinquemilioni di Euro. Le retrocessioni rimasero immutate con spareggio tra 20° e 21° classificata. In questo clima di confusione il Messina, che aderì alla protesta iniziò il suo campionato, il tecnico Patania poco convincente nelle uscite estive confermò l'impressione ed anche in campionato deluse schierando sempre una squadra con poco gioco ed idee, senza convinzione dei propri mezzi, nel giro di sette partite il Messina risultò ultimo in classifica con quattro punti, l'incubo della retrocessione sembrava molto vicino, a questo punto la società prese una decisione fondamentale, esonerò l'ombroso tecnico siciliano e assunse l'esperto Bortolo Mutti, incaricandolo di salvare i giallorossi. La squadra come d'incanto si svegliò dal letargo e cominciò a macinare risultati, nel frattempo arrivò in riva allo stretto l'attaccante Arturo Di Napoli genio e sregolatezza rimasto durante l'estate senza una squadra. La serenità portata da Mutti fece si che la squadra mise a segno dei risultati inaspettati ben sette utili consecutivi ed il Messina si trovò ottavo, dopo la sconfitta di Venezia il Messina mise a segno un'altra serie di risultati utili, esattamente dieci, ed il Messina si ritrovò al quarto posto, l'aggancio alla zona promozione arrivò alla sedicesima giornata, con la vittoria sulla ripescata Fiorentina, il Messina prese il treno per la serie A mantenendolo per tutta la stagione. La società capì subito che si era davanti ad una svolta epocale e nel mercato di gennaio arrivarono in riva allo stretto altri due giocatori, dalla Ternana il centrocampista Giampà e dall'Ascoli l'attaccante argentino Roberto Carlos Sosa detto "El Pampa", inseriti in un meccanismo già perfetto i due giocatori fecero fare un ulteriore salto di qualità alla squadra, i gol del difensore Parisi e quelli di Di Napoli completarono un quadro esaltante, la squadra sembrava una macchina ben rodata e nulla sembrava poterla fermare, a fare da cornice all'impresa del Messina il pubblico sempre straordinario a tifare dentro il mitico catino del "Celeste" che rimase imbattuto per tutto il campionato. Nel finale di stagione arrivarono alcuni "sgambetti", ricorsi da parte di squadre che male accettavano il Messina nel tavolo delle grandi ed un'ingiusta squalifica del "Celeste", ma il Messina mantenne il suo passo e mascherò bene i suoi periodi di crisi. L'apoteosi fu raggiunta nelle ultime giornate, il derby con il Palermo fece scattare un'inaspettata caccia al biglietto per quella che poteva essere l'ultima partita nell'ormai storico impianto di Viale Gazzi. Il pareggio con i lanciatissimi rosanero e la successiva sconfitta di Ascoli fecero si che venisse abbandonata l'idea della società di far giocare l'ultima e decisiva partita casalinga nel nuovo stadio di San Filippo. La settimana che precedette la partita con i retrocessi comaschi che in caso di vittoria avrebbe dato la vittoria e la promozione al Messina, venne vissuta dall'intera cittadinanza in un clima di festa con una città interamente imbandierata e che non vedeva l'ora di poter festeggiare il ritorno dopo 39 anni dei giallorossi nella massima serie. Il 5 giugno 2004 l'impresa dei ragazzi di Mutti venne portata a termine, vittoria sul Como per tre a zero e matematica promozione con una giornata di anticipo, scoppiò la festa fino all'alba e la gioia come mai si era vista in città. Un'impresa senza precedenti partendo dagli ultimi posti della classifica e con una squadra non accreditata dagli esperti per il raggiungimento dei vertici del campionato, l'impresa prende dimensioni notevoli pensando che si è trattato di un campionato lungo (46 partite) e stressante giocato praticamente senza soste ed anche nei giorni infrasettimanali. Questa la formazione tipo schierata dal tecnico Mutti: Storari - Zoro - Parisi - Coppola - Fusco - Rezaei - Lavecchia - Mamede - Di Napoli - Sullo - Sosa.

CAP XII : IL RITORNO IN SERIE A

La stagione 2004-05 si apre con la campagna acquisti, il Messina dopo 39 anni ritorna in serie A ed ha intenzione di restarci senza troppi patemi d’animo, in sede di calciomercato la squadra del Presidente Franza non effettua dei “colpi” sensazionali, ma puntella una squadra già affiatata, dalla Sampdoria arrivano il difensore Conte (ceduto poi a Gennaio), il centrocampista Donati e l’attaccante giapponese Yanagisawa, seguiranno il difensore Zanchi dalla Juventus, il centrocampista brasiliano Rafael dal Flamengo e l’attaccante Iliev dal Partizan Belgrado, viene anche acquistato il portiere dell’Olympiakos Eleftheropoulos e successivamente l’attaccante Amoruso, i centrocampisti Cucciari e il greco Gonias (ceduto a Gennaio), ritorna al Messina dopo un’ottima stagione alla Ternana l’attaccante Zampagna che alla fine risulterà decisivo per l’ottimo campionato del Messina. A Gennaio la squadra verrà ulteriormente potenziata con l’arrivo del “fantasista” D’Agostino e del difensore Cristante. Il Messina parte in ritiro a Roccaporena e dopo le solite amichevoli estive arriva il giorno dell’inaugurazione del nuovo stadio S. Filippo che sostituirà il vecchio e glorioso Giovanni Celeste. Ad inaugurare lo stadio arriva la squadra della Juventus con la quale la squadra giallorosa intrattiene ottimi rapporti, la partita vede un’ottima cornice di pubblico (circa 35.000 spettatori) e si conclude con il risultato di 1 a 0 a favore dei bianconeri di Torino. Il campionato è ormai alle porte ed il calendario che è stato diramato non sembra favorevole al Messina, soprattutto all’inizio, la squadra giallorossa fa il suo esordio a Parma con un pareggio a reti bianche, segue l’esordio casalingo con la Roma vice campione d’Italia, una partita esaltante e spettacolare che termina 4 a 3 a favore degli uomini di Mutti, tre giorni dopo il Messina si ritrova a Milano di fronte ai campioni d’Italia del Milan, il risultato sembra già scritto in partenza, ma il Messina non si da per vinto e si esalta mettendo a segno una delle imprese più grandi della storia calcistica messinese, i giallorossi “sbancano” S. Siro vincendo per 2 a 1 addirittura recuperando un gol di svantaggio, da questo momento la squadra consapevole dei propri mezzi inanella due risultati utili consecutivi con Chievo e Siena e si presenta per lo scontro serale con la Juventus a lottare per il vertice della classifica. La sconfitta di Torino è la prima di una serie che non fiacca il coraggio e l’entusiasmo degli uomini di Mutti che nonostante abbiano ridimensionato la loro classifica, rimangono comunque lontani dalla zona retrocessione e molto vicini all’obiettivo stagionale della salvezza. Il Messina durante tutta la stagione continuerà a dare ai propri tifosi continue soddisfazioni, batterà la rivale Reggina nei due derby dello stretto ed in casa riuscirà a superare l’Inter e l’Udinese, partite con le quali raggiungerà virtualmente la salvezza con diverse giornate d’anticipo. Il finale è esaltante il Messina si ritrova a ridosso della zona UEFA un obiettivo che ad inizio stagione era impensabile, il sogno sfumerà, ma rimarrà alla fine del campionato un settimo posto che a stagione conclusa rappresenterà il miglior risultato di ogni tempo per una squadra calcistica messinese. Se il terzo campionato di serie A appena terminato rappresenta l’apice della storia calcistica messinese, l’inizio della stagione 2005-06 non si presenta sotto i migliori auspici, il Messina secondo la COVISOC non è in regola con i versamenti IRPEF e di conseguenza se non si mette in regola secondo i parametri stabiliti dalla commissione non verrà iscritta al campionato, si materializza il fantasma della cancellazione che nel 1993 aveva fatto sprofondare tra i dilettati la squadra dello stretto. Anche la COAVISOC prima e la Camera di Conciliazione del CONI successivamente confermano il verdetto della COVISOC, il Messina è formalmente fuori dalla serie A e nemmeno il Lodo Petrucci potrà salvare la squadra del presidente Franza in quanto il FC Messina non ha i dieci anni di campionati professionistici richiesti, la cancellazione è uno spettro ormai molto vicino. Solo la giustizia amministrativa dimostrerà attraverso il TAR ed il Consiglio di Stato, la regolarità della rateizzazione del debito fiscale che il presidente Franza aveva presentato all’Agenziadelle Entrate Siciliana così come previsto dallo Statuto Siciliano. Il Messina viene riammesso nella massima serie, ma non potrà partecipare alla Coppa Italia ed inoltre il mercato dei giallorossi è stato pienamente compromesso da queste vicende. In ogni caso arrivano a Messina il portiere Caglioni, gli attaccanti Sculli e Muslimovic ed il difensore Olorunleke, per il resto il gruppo che aveva conquistato il settimo posto viene quasi per intero confermato, nel frattempo il direttore sportivo Fabiani, artefice della promozione e dei successi del Messina, lascia la società e si trasferisce al Genoa. Inizia il campionato nel peggiore dei modi, una lunga serie di pareggi e sconfitte e solo alla decima giornata arriva la prima vittoria. Il Messina naviga nei bassifondi della classifica, si aspetta con ansia il mercato di gennaio che potrebbe risollevare le sorti del campionato dei giallorossi, ma inaspettatamente arrivano una serie di cessioni illustri: Iliev, Fusco, Giampà, Mamede e Zampagna e non arrivano dei sostituti all’altezza, il difensore Innocenti, i centrocampisti Nocerino, Antonelli e Bondi e gli attaccanti Floccari e Nanni non sembrano poter garantire il salto di qualità necessario per tirarsi fuori dalle torbide acque della bassa classifica. In più a sette giornate dal termine, dopo il pareggio interno contro l’Udinese ed il Messina precipitato ormai in piena zona retrocessione, la società esonera Mutti e lo sostituisce con Ventura, il Messina da quel momento colleziona sei sconfitte ed il 30 aprile nel derby contro la Reggina tocca il fondo perdendo la partita e retrocedendo matematicamente in serie B. Lo sconforto di una intera tifoseria si fa sentire la settimana dopo in casa contro l’Empoli, quando la partita a causa delle intemperanze della tifoseria del Messina, viene sospesa dall’arbitro e la società oltre a perdere la partita a tavolino viene pesantemente contestata da tutto lo stadio. Finisce nel peggiore dei modi l’avventura del Messina in serie A, senza dignità da parte dei giocatori che nel momento fatidico hanno abbandonato la nave che affondava e senza dignità da parte di una società che ha fatto di tutto per retrocedere gestendo il tutto in maniera dilettantesca. Si apre per il Messina un periodo buio senza certezze, con molti dubbi e con una piazza che ormai non sopporta più le false promesse del presidente Franza. La stagione 2006-07 si apre all’insegna della ricostruzione, si cerca un direttore generale che sappia gestire la squadra e soprattutto possa ricostruire il rapporto tra la delusa tifoseria e la società, si programma una serena serie B che possa far da trampolino di lancio per un pronto ritorno nella massima serie. Inaspettatamente scoppia il caso “Calciopoli” grazie alle intercettazioni telefoniche al DG della Juventus Moggi si scopre il calderone delle partite pilotate, arbitri corrotti e squadre favorite dal sistema messo in piedi dal potentissimo dirigente bianconero. Si sente nell’aria che il Messina finito terz’ultimo inclassifica potrebbe essere ripescato ai danni proprio della Juventus e delle altre squadre coinvolte nello scandalo estivo. Dopo i gradi di giudizio della giustizia sportiva è la sola Juventus ad essere retrocessa in serie B, Milan, Lazio, Fiorentina e Reggina verranno solo fortemente penalizzate, il Messina approfittando di questa strana situazione viene riammesso in serie A e potrà disputare il terzo campionato consecutivo nella massima serie, il quinto della sua storia. Sul fronte societario viene allontanato il DG Carabellò e al giovane DS Valentini viene affidata l’intera gestione tecnica della squadra. Si comincia con l’ingaggio dell’allenatore Bruno Giordano ex bomber di Lazio e Napoli negli anni ’80, ma senza un curriculum degno di nota nelle serie professionistiche, solo retrocessioni ed esoneri a ripetizione, Valentini conosce bene il tecnico romano dall’esperienza che insieme hanno fatto alla Reggiana in serie C dove il duo Valentini-Giordano aveva sfiorato la promozione in serie B, insieme a Giordano arrivano i giocatori Alvarez dalla Roma, Cordova dal Livorno, Ghomsi dal Perugia, De Vezze dal Genoa, Iuliano dalla Sampdoria, Masiello dall’Udinese, Minetti e Morello dalla Torres, il giapponese Ogasawara dal Kashima, il difensore Rea dal Cesena e l’attaccante Riganò dall’Empoli. Non sembra una formazione all’altezza di disputare un campionato di serie A tranquillo, ma viste le penalizzazioni di alcune formazioni l’obiettivo sembra raggiungibile. Si parte bene in Coppa Italia, in campionato il Messina ingrana bene, dopo nove giornate la salvezza sembra possibile grazie anche ai gol del bomber eoliano Riganò, ma il suo infortunio comincia a far cadere il Messina in crisi e dal pareggio casalingo contro il fortunato Cagliari la squadra di Giordano inanella cinque sconfitte consecutive, a Firenze prima della pausa natalizia un’umiliazione nel gioco e nel risultato, la piazza chiede a gran voce l’esonero di Giordano, ma ciò non avviene solo dopo la sconfitta contro l’Ascoli la società si decide a sostituirlo con l’esperto Cavasin. Nel frattempo il calciomercato aveva tentato di portare delle soluzioni valide, arrivarono in riva allo stretto l’attaccante ivoriano Bakayoko dal Livorno, il difensore francese Candela, il difensore Giallombardo dal Livorno, il centrocampista Pestrin dal Cesena, partì il portiere Storari, ma non fu sostituito degnamente da Paoletti proveniente dall’Udinese. Il Messina con Cavasin sembra potersi riprendere, ma i nuovi acquisti non sono all’altezza, solo 2 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte e Cavasin con l’ultima partita persa in casa contro il Torino per 3 a 0 viene esonerato, inspiegabilmente contro tutto e tutti viene richiamato Giordano, la protesta esplode, il tecnico romano aveva dato la colpa del suo esonero ai tifosi giallorossi e quest’ultimi non avevano mandato giù le dichiarazioni dell’ex allenatore, le quattro partite in panchina di Giordano sono un vero e proprio calvario, quattro sconfitte e situazione irrimediabilmente compromessa, finalmente arriva l’esonero definitivo e sulla panchina viene richiamato il tecnico Bruno Bolchi per traghettare la squadra verso una retrocessione meno cruenta, sono le ultime cinque partite di una stagione amara, peggiore di quella precedente, finita all’ultimo posto in serie A, doppia retrocessione da record e tutto a causa di una dirigenza indegna, testarda ed incapace, solo l’amarezza e l’incertezza per il futuro accompagnano i tifosi mestamente in serie B.

CAP XIII : IL RITORNO DELL'OBLIO

Nonostante la retrocessione, la dirigenza continua con i suoi atteggiamenti, per la stagione 2007-08 il gruppo Franza indica che ridurrà il budget ad una cifra tra i due ed i tre milioni di euro, cifre largamente insufficienti per poter disputare un tranquillo campionato di serie B, comunica inoltre che piano piano intende disimpegnarsi dal calcio e cerca un nuovo acquirente attraverso l’advisor Tamburi. Nessuno si fa avanti la squadra viene regolarmente iscritta al campionato e viene assunto un nuovo DG, Sergio Gasparin con notevole esperienza organizzativa, il suo compito è quello di vendere e ridurre gli ingaggi dei giocatori più onerosi, ed acquistare giovani promettenti con ingaggi bassi, il nuovo direttore si mette subito all’opera, viene ingaggiato un nuovo DS, Favero ed un nuovo allenatore Nello Di Costanzo giovane emergente proveniente dal Venezia con alle spalle dei successi nelle serie inferiori, vengono ceduti Alvarez, Bakayoko, Candela, De Vezze, Di Napoli, Floccari, Ghomsi, Giallombardo, Iliev, Iuliano, Lavecchia, Masiello, Minetti, Morello, Ogaswara, Olorunleke, Riganò e Zoro, una vera rivoluzione che alleggerisce le casse societarie e fa capire di che pasta è fatto il nuovo DG, sul fronte delle entrate l’esiguo budget non pemette grossi colpi, arrivano Biancolino dall’Avellino, Degano dal Piacenza, Galeoto dal Genoa, Giosa dalla Reggina, Lazzari dal Modena, ritorna Manitta dal Livorno, Moro dal Venezia, Nolè dal Potenza, Petrocco dalla Paganese, Schetter dalla Cavese, Stendardo dalla Cremonese e l’uruguaiano Surraco dall’Udinese, a gennaio nel mercato di riparazione arriva solo l’attaccante Foti dalla Sampdoria. Il profilo basso tenuto dalla società si riflette anche in campionato, il Messina alterna partite eccezionali soprattutto contro le squadre più blasonate a partite mediocri condite da sonore sconfitte contro le squadre di bassa classifica. Un campionato appena sufficiente caratterizzato da molti infortuni che proiettano il Messina verso una tranquilla salvezza, unica nota positiva i tanti giocatori della Primavera impiegati da Di Costanzo che fanno valorizzare il vivaio nostrano, si mettono in evidenza su tutti il difensore Gaveglia ed il centrocampista Provenzano, con meno presenze giocano anche Angotti, Bombara, Arigò, Kouadio, Mastroieni, Nastasi e Tavilla. Il Messina si salva con largo anticipo, ma non entusiasma, anche il pubblico si allontana dalla squadra , il San Filippo rimane sempre mestamente vuoto. Si mettono però le basi per una stagione migliore, quella appena conclusa è servita per ricostruire, la prossima dovrà essere quella della rinascita. Invece come al solito la dirigenza composta dalla famiglia Franza ci mette lo zampino, quando sembrava che il calcio a Messina potesse risollevarsi grazie anche alla collaborazione di uomini esperti quali il DG Gasparin ed il DS Favero, inaspettatamente e come un fulmine a ciel sereno i Franza annunciano il disimpegno dal calcio, le conseguenze non tardano a venire, il 5 giugno 2008 il DG Gasparin ed il DS Favero rassegnano le dimissioni, i giocatori con i contratti in scadenza ed in comproprietà cambiano casacca, si scoprono buchi di bilancio enormi e gli stipendi non pagati ai giocatori dal mese di gennaio. L’iscrizione al campionato di serie B viene messa in discussione e senza il pagamento delle spettanze ai calciatori l’incubo della radiazione potrebbe diventare la triste realtà. Il 6 giugno il gruppo Franza annuncia il suo disimpegno dal calcio professionistico anche se il 30 giugno presenta pro-forma la domanda di iscrizione al campionato senza le relative liberatorie. Così come previsto, l’11 luglio la COVISOC boccia l’iscrizione, il FC Messina ha tre giorni di tempo per regolarizzare la posizione, pena l’esclusione dalla serie B, il 14 luglio invece i Franza ritirano l’iscrizione ed il 18 luglio arriva la radiazione dai campionati professionistici. La tifoseria cade nello sconforto, neanche alcune manifestazioni, anche se con pochi elementi presenti, sembrano risvegliare l’amore verso la squadra di calcio. Rimangono tre giorni lavorativi per accedere al Lodo Petrucci, una serie di norme che permettono alle squadre professionistiche di ripartire da due serie inferiori e di continuare a fare calcio, il Messina, se iscritto, ripartirebbe dalla serie C2 che nel frattempo ha cambiato nome in seconda divisione, anche questa ipotesi sembra impossibile da praticare, solo il gruppo dell’ex presidente Aliotta, che tra l’altro secondo le norme del lodo non potrebbe far parte della nuova compagine sociale, sembra poter riaccendere le speranze, ma sul filo di lana anche questo gruppo si dissolve, l’impressione è che qualcosa o qualcuno remi contro, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Buzzanca sembra mettere troppi paletti alla trattativa ed i Franza, che nel frattempo tentano di riscrivere il defunto FC Messina tra i dilettanti, sembrano ancora non del tutto fuori dall’”affare calcio”. La fine sembra vicina quando alle ore 19 del 22 luglio il termine perentorio per presentare la domanda al lodo e la relativa fideiussione di 100.000 euro scade senza che nessuno muova un dito. L’incubo della scomparsa è ormai una certezza, improvvisamente però in tarda serata arrivano alcune notizie che riaccendono le speranze, alle ore 21 arriva una notizia, un giovane ragioniere-giornalista Giuseppe Rodi fa sapere che nei giorni scorsi ha presentato domanda per accedere al lodo il FC Sporting Messina, insieme a questa notizia si fa largo il giovane consigliere comunale Fabio D’Amore che insieme ai componenti del suo gruppo consiliare Risorgimento Messinese hanno contattato l’imprenditore Cazzaniga del gruppo ISG (Iniziativa Sviluppo Group), interessato ad accedere al lodo. Il 24 luglio i due rappresentanti del gruppo Cazzaniga l’avvocato Carmelo Santoro e l’amministratore delegato De Carolis accompagnati dal DS in pectore Luciano Passirani incontrano il sindaco che rende possibile la trattativa, il gruppo si concede due giorni per analizzare le “carte”, arriva anche la proroga al 28 luglio da parte della FIGC per il versamento della fideiussione e dei 700.000 euro di fondo di garanzia, elementi necessari per poter usufruire del lodo, il 26 luglio arriva l’attesa risposta positiva da parte dei “milanesi”, l’entusiasmo si riaccende, la speranza risplende, si riparla di calcio giocato, De Carolis annuncia un investimento di 15 milioni di euro e la promessa di raggiungere la serie B in tre anni. Il giorno dopo l’entusiasmo si spegne, il gruppo ISG annuncia, tramite De Carolis, che si è disposti ad investire per la squadra ed il campionato, ma l’iscrizione dovrà essere a carico di altri imprenditori o dell’amministrazione comunale. A pochi giorni dalla scadenza questa è l’ennesima tegola sulle speranze di avere una squadra nei campionati professionistici, un nuovo gruppo capitanato dall’ex DG del FC Messina Carabellò e dagli ex DS Salerno e La Rosa presenta la domanda di adesione al lodo, ma anch’essi non presentano le garanzie economiche richieste, al Consiglio Federale della FIGC non resta che respingere tutte le domande ed il 31 luglio 2008 anche la possibilità di iscrivere una squadra in seconda divisione sfuma definitivamente. La corsa continua per l’iscrizione tra i dilettanti, i protagonisti sono sempre gli stessi, lo Sporting Messina di Rodi appoggiato dal gruppo di Cazzaniga, che nel frattempo ha anche presentato un ricorso per la mancata iscrizione alla seconda divisione, il FC Messina dei Franza ed a sorpresa, con l’appoggio della tifoseria, l’ACR (Associazione Calcio Rinascita) Messina di Giovani Carabellò, la lotta sembra restringersi a queste ultime due realtà, ma la mancata revoca dell’uso degli stadi da parte del consiglio comunale, fa recedere il 9 agosto la rinata ACR, in corsa rimangono i polemici ed odiati Franza con il loro indebitatissimo FC che tenta un accordo con i giocatori non pagati in B, e il tenace Rodi con il suo Sporting. In realtà l’ACR di Carabellò non sembra ritirarsi sul serio, anche se non presenta nessun investitore e nessuna carica sociale, addirittura sembra che non sia nemmeno costituita come società, il sindaco Buzzanca per evitare ulteriori polemiche affida la gestione degli stadi anche allo Sporting di Rodi e a Carabellò, L’11 agosto un ulteriore colpo di scena, il Gruppo Franza annuncia che ha tenuto un incontro informale con il Gruppo Cazzaniga, Rodi viene mollato, e la strada sembra aprirsi agli imprenditori milanesi, il sindaco Buzzanca scarica però l’imprenditore della ISG, reo di essersi fatto pubblicità gratuita ai danni della città, anche i Franza vista la presa di posizione del primo cittadino non stringono alcun accordo, rimane però l’idea di scorporare dal FC Messina il ramo d’azienda sportivo e di sollevarlo di tutti i debiti che verrebbero dirottati verso le altre società del gruppo, in modo da facilitare l’acquisizione da parte di altri imprenditori. L’escamotage proposto non interessa affatto la tifoseria in generale, anzi è sempre più guerra aperta tra i Franza ed i tifosi, il sindaco sembra stare dalla parte di questi ultimi, il suo parere sembra vincolante per l’ammissione di una delle tre società in serie D. Passano i giorni, slitta la prima uscita dei calendari a causa delle squadre ammesse in sopranumero, ma mentre nelle altre città ogni problema sembra risolto, a Messina si continua a perdere tempo, si trovano ipotetici imprenditori che il giorno dopo coon estrema regolarità si defilano, mentre i Franza diramano comunicati ed interviste sempre più provocatorie, il sindaco inoltre sembra orientato a non dare parere positivo a nessuna delle tre società, Sporting ed ACR per problemi finanziari ed FC a causa della piazza che non gradirebbe un rientro dei Franza, anzi sarebbe propenso al fermo di un anno senza alcuna squadra messinese. Il gruppo degli armatori nel frattempo incontra i vertici della FIGC e della LND a Roma, presentano il loro piano finanziario e la nuova compagine sociale e tecnica ed a fine riunione sono fiduciosi sull’ammissione in serie D. La svolta avviene il primo settembre, il sindaco incredibilmente fa dietro-front è da il via libera ai Franza ed al loro FC scrivendo una lettera al presidente della FIGC Abete, il 2 settembre dopo 89 giorni la FIGC ufficialmente ammette il FC Messina Peloro nella serie D girone I e dirama il calendario, i Franza apparentemente hanno vinto, gli strascichi non mancheranno, i tifosi organizzati non hanno intenzione di seguire la squadra, pensano ad un clamoroso scioglimento, alcuni propendono per sostenere il Camaro realtà calcistica cittadina che milita in Eccellenza. La città esce sconfitta, rinuncia alla serie B, perdita, per la prima volta nella storia del lodo Petrucci ed ammissione senza onore al massimo campionato dilettantistico, precedente quest’ultimo pericoloso e che avrà strascichi giudiziari nelle opportune sedi. Non si parla più di calcio, ma solo di pseudo-affari, dietro c’è sempre l’incombente ombra del famigerato project-financing, ovvero lo sfruttamento commerciale delle aree degli stadi Celeste e San Filippo, c’è tanta sfiducia ed amarezza al pensiero che solo 15 mesi prima la squadra militava nel massimo campionato nazionale professionistico, non si sa quale sia il futuro e se il tunnel imboccato avrà una fine che faccia intravede un pò di speranza di rinascita del calcio cittadino.



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