Le persone over 30 probabilmente hanno visto il Messina calcio più forte della storia. Quello che in serie A riuscì a ottenere un clamoroso settimo posto. Oggi varrebbe la qualificazione alle Coppe Europee ma nel 2004/05, anno del campionato dei miracoli, non fu così.
Era una squadra fortissima composto da un signor allenatore come Bortolo Mutti, il portiere Storari e il ‘Roberto Carlos dello Stretto’ Alessandro Parisi. Oggi, però, la situazione è totalmente diversa. Ma è possibile avere di nuovo quel Messina? Se sì, come?
Soldi sì, ma anche la lungimiranza è importante
In primis ci vogliono i soldi. Senza soldi non si cantano messe diceva un vecchio detto. Ed è proprio così. Quindi ci vuole qualcuno con il capitale giusto che abbia voglia di investire in questa squadra e tifoseria che non ha nulla da invidiare a quelle di altre zone d’Italia.
A parte i soldi, però, è importante che ci sia una certa organizzazione di squadra. Si veda, ad esempio, il Napoli di De Laurentiis. Preso dopo il fallimento nel 2004, è la squadra italiana che vanta la partecipazione per anni consecutivi alle coppe europee. Un traguardo ottimale inframmezzata da diversi successi: certo, manca lo Scudetto. Però, almeno, il Napoli è oggi una squadra molto temibile.
Quindi, i soldi con la progettazione possono essere un binomio davvero vincente per ritornare a essere una squadra così forte come quella del 2005.
Bisogna avere degli ottimi talent scout
C’è chi ha fortuna e basta che si scarica un’app gratta e vinci per vincere e chi è abbastanza sfortunato: stiamo parlando della categoria degli osservatori. Molti che sbagliano, infatti, si appellano alla sfortuna ma, in realtà, non sempre è così. Anzi, bisogna avere fiuto per quei giocatori che, anche se magari proprio nell’occasione giusta non giocano bene, dimostrano le proprie qualità. Un esempio tra tutti fu Bojinov che, come sostenne il suo scopritore Pantaleo Corvino, dal vivo non fece una grandissima gara però, comunque, aveva delle qualità che erano fuori dal comune.
Quindi è importante che la società si circondi di talent scout che debbano essere in grado di scovare talenti a un prezzo accessibile. Stranieri o italiani non fa differenza, l’importante è che a pallone ci sappiano giocare. E che abbiano un prezzo contenuto.
Un leader nello spogliatoio ci vuole
Quel Messina era forte perché aveva uno o più leader che si ascoltavano e confrontavano tra di loro. C’era il capitano Sullo che, forse, non era propriamente il più forte ma aveva grinta e carisma da vendere. La sua parola nello spogliatoio si faceva sentire. Sullo era spesso accompagnato da Coppola, divenuto celebre per essere stato uno dei pochi a ‘sfidare’ Zlatan Ibrahimovic.
Questo perché in quella squadra c’era una voglia di lottare non indifferente e, anzi, tutti andavano verso una unica direzione: quella di non sfigurare in serie A. Riuscirà di nuovo il Messina Calcio a regalare quelle gioie ai propri tifosi? Vedremo col tempo anche se, necessariamente, non potrà essere breve.