Messina, presente e futuro tutto in poche gare

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La tensione ha giocato un brutto scherzo, non si può dire altro. Il Messina si prepara alla partita più importante della sua stagione, la finale di Coppa Italia Serie D che disputerà in gara unica contro il Matelica il 18 maggio a Firenze, con la consapevolezza di essersi azzoppati da soli in semifinale. Gli scontri nella gara di ritorno con il Real Giulianova, dove erano stati espulsi il tecnico Biagioni e il responsabile dell’area tecnica Castorina, hanno portato alla squalifica anche di Arcidiacono, Lourencon e Bossa, 3 titolari che non prenderanno parte alla finale.

Messa così contro il Matelica ci vorrà l’impresa, considerato anche che la trasferta dei marchigiani sarà una passeggiata di salute rispetto alla distanza che dovranno coprire giocatori e supporters giallorossi. Non escludendo nemmeno, purtroppo, il fatto che l’avversario sia secondo nel suo girone (F) a due punti dalla vetta, che nelle ultime 10 ne ha vinte 8 e pareggiate 2. Sì, a Firenze servirà la Partita con la P maiuscola. Anche perché il Messina in campionato non ha avuto molte gioie finora, con uno striminzito 12esimo posto e il pericolo playout a pochi passi. La Coppa è ormai da tempo il senso unico di questa stagione.

Ciò nonostante al primo posto nei pensieri di giocatori e società non può trovare posto solamente la finale, dove peraltro i bookmakers danno il Messina ampiamente sfavorito (qui le quote), ma c’è anche da tenere botta in campionato, proprio in virtù di quella posizione così in bilico in classifica.

Esistono due strade ben precise che può seguire la stagione dei siciliani giunta a questo bivio: da una parte c’è il raggiungimento dell’obiettivo più prezioso, la Coppa Italia di categoria, e una comoda salvezza per rilanciare il futuro immediato della società. Dall’altra l’esatto opposto di quanto detto, un playout che abbasserebbe ancor di più il morale di una piazza già abbastanza amareggiata per l’attuale militanza dilettantesca, a dispetto di quando 15 anni fa la squadra militava in serie A e il San Filippo si riempiva di 40 mila supporter per la sfida contro la Juventus di Del Piero.

Giunti quasi al termine delle “ostilità” possiamo dire che i giallorossi hanno un ultimo grande vantaggio: sono assolutamente padroni del proprio destino. Lo diciamo soprattutto riguardo al campionato dove il calendario parla chiaro e dice che ai messinesi toccheranno nelle ultime 3 giornate 3 squadre che sono coinvolte nella lotta per non retrocedere, tutte e 3 sotto in classifica. Dopo Troina e Nocerina infatti il Messina attraverserà lo stretto per affrontare il Roccella quattordicesimo in campionato, e poi subito dopo accoglierà in casa la Sancataldese tredicesima. L’auspicio è che la pratica possa dirsi chiusa già prima di questi due match, o che venga regolata durante questi 180 minuti, prima dell’ultimo fischio d’inizio contro il Rotonda penultimo in classifica.

Da questi ultimi ma importantissimi scampoli di stagione passa tutto il futuro della società anche nel rapporto con la tifoseria che finora è stato altamente problematico. A fine marzo c’era stato un incontro tra dirigenza e tifoseria in cui, secondo il comunicato della società “si è condiviso di dare fiducia all’operato della società con l’augurio di raggiungere i migliori risultati per la biancoscudata pur mantenendo, alcuni club, la decisione di astenersi dal seguire la squadra allo stadio”. Diversa la sintesi dei gruppi ultrà che in una nota di risposta hanno invitato la famiglia Sciotto a “passare la mano”.

Il presidente Paolo Sciotto ha provato a rasserenare, ancora una volta, gli animi nel post gara dell’epica impresa contro il Real Giulianova, in sala stampa ha dichiarato: “Quanto raccolto questa sera è il frutto di un lavoro avviato già prima di dicembre. Un percorso avviato da mio padre, che poi l’ha trasferito a me. Sono felicissimo per il mister e i ragazzi. In finale daremo il massimo per dare questo trofeo alla nostra grandissima città. Sono contentissimo anche per la grande coreografia offerta dai tifosi”. Chissà che un eventuale vittoria non possa portare ad una tregua definitiva tra le parti, anche in virtù del fatto che al momento alle porte della dirigenza non c’è alcuna fila di possibili acquirenti del titolo.

 


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