La Procura indaga sul passaggio di proprietà dell’ACR Messina: ipotesi di truffa e minacce

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La Procura di Messina ha avviato un’inchiesta contro ignoti riguardante il recente cambio di proprietà dell’ACR Messina. Le ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti sono truffa e minacce, originate da un esposto presentato alla Digos dall’ex presidente Pietro Sciotto.

Al centro della vicenda c’è il mancato pagamento di 2,5 milioni di euro che, secondo gli accordi stipulati nell’atto di cessione di inizio gennaio, l’Aad Invest Group avrebbe dovuto versare alla proprietà uscente tra febbraio e marzo. Sciotto, che attualmente detiene ancora il 20% delle quote societarie, non ha mai ricevuto quanto pattuito dalla fiduciaria lussemburghese gestita da Doudou Cissè e Alexandre Chateaux.

Il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e il sostituto procuratore Fabrizio Monaco dovranno verificare se si configuri effettivamente il reato di truffa, considerando che Sciotto avrebbe potuto esercitare il diritto di recesso in caso di mancato pagamento. I termini sono però scaduti senza che venisse effettuato alcun versamento.

Nell’ambito dell’inchiesta, martedì 22 aprile sono stati ascoltati come persone informate sui fatti il nuovo presidente Stefano Alaimo, l’ex allenatore Simone Banchieri e il segretario generale Alessandro Failla. Nessuno di loro risulta al momento formalmente indagato. Per lunedì 28 aprile è invece prevista l’audizione dello stesso Sciotto.

L’esposto dell’ex presidente riguarda anche presunte minacce ricevute attraverso i social media. Su questo aspetto è stata coinvolta la Polizia Postale, che dovrà verificarne la sussistenza ed eventualmente identificare i responsabili.


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