L’ACR Messina ha osservato un turno di riposo forzato a causa dell’esclusione della Turris dal campionato, ma l’assenza dal campo non ha certo significato quiete. Al contrario, la settimana appena trascorsa è stata un susseguirsi di colpi di scena che hanno tenuto col fiato sospeso l’intera tifoseria giallorossa.
La manifestazione dei tifosi il 10 aprile
Tutto è iniziato il 10 aprile, con una manifestazione organizzata davanti al Municipio di Messina, alla quale hanno partecipato circa 500 tifosi. Il direttore sportivo Domenico Roma, l’allenatore Banchieri e alcuni calciatori sono stati ricevuti dal sindaco Federico Basile. La situazione del club è apparsa subito drammatica: le scadenze federali imminenti incombono, mentre la proprietà è letteralmente sparita nel nulla. I due potenziali acquirenti restano in attesa della procura a vendere che Dudù Cissè dovrebbe firmare a favore di Stefano Alaimo per avviare la cessione del club.
La procura farlocca inviata al sindaco
L’11 aprile giunge in Comune un documento da parte di Alaimo, inoltrato via WhatsApp al sindaco, che si rivela però essere solo una copia non firmata digitalmente e redatta in lingua francese, per di più con il nome del presidente indicato in maniera errata. La reazione del primo cittadino è durissima. In un comunicato ufficiale, Basile afferma:
“Alle ore 15:00 ricevo sul mio telefono tramite WhatsApp un PDF di questa fantomatica procura alla vendita redatta in lingua francese. Ho immediatamente verificato presso lo studio notarile messinese la condizione della procura, e ho potuto constatare che non essendo firmata digitalmente e non prodotta in originale, non può essere utilizzata per la cessione delle quote. Questo comportamento evidenzia la totale mancanza di rispetto e serietà da parte della proprietà. L’atteggiamento di AAD ha superato ogni limite e sfiora l’assurdo. Oggi, 11 aprile, a soli cinque giorni da una scadenza cruciale per il futuro dell’ACR Messina, ci troviamo di fronte a una procura priva di valore giuridico.”
Il passo indietro di Francesco Borgosano
Poche ore dopo arriva anche il passo indietro di Francesco Borgosano, CEO di Huddle e finora figura centrale nella trattativa per l’acquisizione del club. In una lunga lettera aperta rivolta alla città, Borgosano annuncia il suo disimpegno definitivo:
“Sento il bisogno di scrivere queste parole per amore di Messina e della mia squadra del cuore. Negli ultimi mesi mi sono fatto promotore delle trattative per l’acquisizione dell’ACR Messina da AAD Invest Group, ma la situazione debitoria e legale riscontrata durante la due diligence, seppur solo parzialmente condotta, non è risultata compatibile con i nostri standard. Ho provato fino alla fine, ma mi vedo costretto a fare un passo indietro.”
“Ringrazio il DS Domenico Roma, il mister Banchieri, lo staff tecnico e i calciatori per la professionalità dimostrata nonostante le difficoltà. Il mio augurio è che possano esserci presto giorni migliori per questa gloriosa squadra.”
La raccolta fondi
Il 14 aprile, a due soli giorni dalle scadenze federali, il sindaco Basile promuove un’iniziativa di raccolta fondi coinvolgendo l’imprenditoria locale. Tra i primi a rispondere all’appello c’è Francesco Barbera, seguito da altri soggetti, tra cui l’ex presidente Pietro Sciotto. Viene aperta una sottoscrizione presso lo studio notarile del dott. Bernardo Maiorana per raccogliere i 309.000 euro necessari al pagamento di stipendi e contributi INPS, così da evitare una nuova penalizzazione in classifica, analoga a quella subita nel mese di febbraio.
Nella notte tra il 15 e il 16 aprile, direttamente dal Lussemburgo, arriva finalmente l’originale della procura firmata da AAD Invest Group. La società sarà ceduta per la simbolica cifra di un euro.
Le dimissioni di Stefano Alaimo
Il 16 aprile, giorno della scadenza, si rivede in città il presidente Stefano Alaimo. L’ex centralinista affianca il notaio Maiorana nel completamento dei pagamenti, grazie ai fondi raccolti dagli imprenditori messinesi. Al termine della mattinata, Alaimo annuncia ufficialmente le sue dimissioni, lanciando un duro atto d’accusa contro la proprietà AAD, colpevole – a suo dire – di non avergli permesso di lavorare serenamente. Dopo 104 giorni alla guida del club, Alaimo firma le dimissioni in serata, chiudendo così un capitolo tormentato nella storia recente dell’ACR Messina.