A soli 10 minuti dal termine della scadenza posta a mezzanotte del 20 giugno l’ACR Messina è stata iscritta al campionato di Serie C 2023-2024.
Dal 18 maggio, giorno dell’annuncio da parte del presidente Sciotto del suo disimpegno, fino al 20 giugno, sono passati 33 giorni di passione per i tifosi biancoscudati. Alla fine per il settimo anno consecutivo, Pietro Sciotto ha provveduto ad iscrivere la società nel campionato di competenza, ma tanta acqua e passata sotto i ponti ed il rapporto con la città ed i tifosi si è ulteriormente deteriorato.
Nel mezzo due trattative che hanno ulteriormente spaccato la tifoseria in due. Quella con Manuele Ilari, imprenditore romano gestore di cinematografi e quella con Fabrizio Mannino, piemontese di origini palermitane, con diversi interessi nel campo della finanza e degli investimenti, con un’esperienza nel massimo campionato georgiano. Entrambi non ritenuti da Sciotto in grado di poter gestire il Messina.
La querelle nata in questi giorni si fonda sulla possibilità di cessione della società ad uno di questi due soggetti. Con l’iscrizione effettuata la trattativa diventa apparentemente più semplice, ma rimane sempre un dubbio, Mannino e Ilari sono in grado di far fronte alla gestione di una squadra professionistica? Se fossero stati in grado di garantire una gestione seria probabilmente Sciotto avrebbe ceduto immediatamente ad entrambi la proprietà dell’ACR Messina. Ma anche questo non è detto, c’è chi metterebbe la mano sul fuoco che quella di Sciotto è stata l’ennesima sceneggiata per far capire alla tifoseria che solo lui è in grado di mantenere in vita il calcio a Messina a certi livelli.
Il settimo anno di Sciotto come in alcuni matrimoni ha un futuro a tinte fosche, la spaccatura tra la gli appassionati del Messina e la dirigenza dell’ACR Messina è profonda, probabilmente insanabile. In questi anni Sciotto non a ben compreso che l’azienda-calcio è del tutto anomala, non è un’azienda qualsiasi, i tifosi sono un vero e proprio patrimonio inscindibile di cui si deve tener conto, che non amano le prese in giro e l’approssimazione. Sciotto in questi anni ha buttato al vento una marea di soldi esclusivamente per colpe sue e non può addebitare a nessuno le contestazioni che sono giunte dopo anni di gestioni sportive discutibili.
Cosa farà nel futuro Pietro Sciotto è totalmente un rebus. Potrebbe continuare le trattative per la cessione o potrebbe continuare investendo al minimo, allestendo una squadra per la sopravvivenza, oppure potrebbe allestire finalmente una società ed una squadra degna del nome di Messina, spegnendo con il tempo tutte le critiche e le contestazioni e dimostrando una volta per tutte che anche nel calcio sa fare le cose per bene.